No di Maroni all’election day, l’opposizione: si bruciano 300 mln

Il primo turno delle amministrative si terrà il 15 e 16 maggio, il referendum sull'acqua pubblica invece il 12 giugno

MAR 3, 2011 -

Il ministro degli Interni Roberto Maroni ha detto no all’election day, cioè, all’accorpamento delle elezioni amministrative di primavera con i referendum già fissati per l’inizio dell’estate. Al termine della riunione di governo il titolare del Viminale ha infatti annunciato di aver firmato il decreto di indizione dei comizi elettorali per le amministrative, che sono ufficialmente convocate “per il 15 e 16 maggio, il primo turno, e il 29 e 30 maggio per il secondo turno”. Per quanto riguarda invece i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento, ancora non c’è una data definitivamente stabilita dal governo “L’ultimo giorno utile per tenere i referendum è il 12 giugno – ha detto Maroni – e io sono favorevole a che si tengano in quella data seguendo una tradizione che vede voti separati” rispetto alle amministrative.Dunque, ha concluso, “proporrò al Cdm di fissare il referendum il 12 giugno”. Una scelta, quella del governo, che ha fatto insorgere le opposizioni, in particolare Pd e Idv che avevano proposto l’election day, insieme ai promotori del referendum. Votare in due giorni separati significa “bruciare oltre 300 milioni di denaro pubblico”, hanno denunciato in coro il centrosinistra. “Il governo – ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro – è impaurito, truffaldino e anche un po ladro poiché, decidendo di mandare a votare gli elettori una settimana dopo l`altra, spende il doppio dei soldi, con l’unico scopo di disincentivare i cittadini ad andare a votare”. E il capogruppo Pd Franceschini nel denunciare “l’assurdo spreco di denaro pubblico per interessi politici di parte”, ha annunciato prossime “iniziative parlamentari contro la scelta del governo”. Per quanto riguarda le amministrative, va ricordato che sono in tutto 1.310 i comuni dove si voterà per eleggere sindaci e consigli comunali. Tra questi sono undici le città con più di 100 mila abitanti: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste, Ravenna, Cagliari, Rimini, Salerno, Latina e Novara. Arezzo.Barletta e Catanzaro sono invece appena sotto i 100 mila. L`unica regione in cui non saranno indette elezioni amministrative sarà il Trentino Alto Adige, mentre in Valle d`Aosta si voterà nel solo Comune di Ayas. Si voterà anche per il rinnovo degli organi elettivi della regione Molise e di undici amministrazioni provinciali: Reggio Calabria, Ravenna, Trieste, Gorizia, Mantova, Pavia, Macerata, Campobasso, Vercelli, Lucca, Treviso.