‘Ndrangheta, fermato presunto armiere del clan Lo Giudice

Imprenditore avrebbe trasportato e nascosto armi e esplosivi

FEB 25, 2011 -

Avrebbe trasportato e nascosto armi ed esplosivi della cosca Lo Giudice: con queste accuse la polizia di Reggio Calabria ha eseguito il fermo, disposto dalla Dda, di Demetrio Giuseppe Gangemi, detto Mimmo, 52 anni, titolare di una ditta che produce infissi nella zona di San Gregorio. A chiamarlo in causa è stato il boss Antonino Lo Giudice, che da qualche mese collabora con la giustizia e si è autoaccusato degli attentati esplosivi alla procura Generale il 3 gennaio dello scorso anno e davanti casa del procuratore generale Salvatore Di Landro, nell’agosto successivo. Lo Giudice e un altro pentito della cosca, Consolato Villani, parlano di Gangemi come un imprenditore di riferimento dei Lo Giudice, al quale venivano affidate le armi, anche da guerra, e l’esplosivo per gli attentati ordinati dalla cosca. A riscontro di queste rivelazioni, i poliziotti hanno trovato in un garage di Gangemi numerose armi, tra cui una mitraglietta e diverse pistole con cartucce.