La storia del torneo di Wimbledon assicurato contro la pandemia

Per questo è stato anullato e non posticipato

APR 9, 2020 -

Roma, 9 apr. (askanews) – La cancellazione di Wimbledon ha suscitato delusione in milioni di appassionati nel mondo, ma nelle casse dell’All England Club porterà più di 100 milioni di euro. Da 13 anni, infatti, esiste una clausola all’interno del piano di assicurazione stipulato nel 2003. La polizza copre interamente i mancati incassi in quanto prevede una clausola specifica che prende in considerazione l’evenienza di pandemie virali. Wimbledon aveva integrato la clausola nel proprio piano temendo, al tempo, le ripercussioni del virus Sars. Il tutto per un premio assicurativo di 1,6 milioni l’anno, che considerando il giro di soldi innescato dall’evento pesa sul bilancio quanto un bicchiere di fragole e panna sul portafoglio dello spettatore medio. La cancellazione quindi non danneggerà le casse dell’organizzazione, ma c’è da considerare che l’annullamento della competizione non succedeva dal 1945, in tempo di guerra.

I ricavi prodotti ogni anno dallo slam erboso superano i 260 milioni di euro. Avendo dato appuntamento agli appassionati di tutto il mondo all’estate 2021, il torneo ha tagliato ogni costo. Incassando la clausola ha ridotto a zero le perdite. Da aggiungere poi che il 90% del surplus derivante da Wimbledon viene girato alla LTA, la federazione britannica, e ne finanzia il bilancio annuale per oltre il 60%. Wimbledon sarà l’unica competizione a poter beneficiare di questa clausola: il Roland Garros è stato rinviato da maggio a settembre, per scongiurare perdite fino a 240 milioni di euro, mentre l’US Open genera oltre 300 milioni. I ricavi complessivi di Wimbledon sono stati stimati attorno ai 260 milioni di euro. Ma la copertura assicurativa prevede uno scudo di circa 1,6 milioni.

Adx/Int2