A Trento l’hackaton della Figc progetta il calcio del futuro

Sport e innovazione: a confronto sportivi, imprese e ricercatori

OTT 14, 2017 -

Trento, 14 ott. (askanews) – Match analysis, big data predittivi, ma anche Var e intelligenza artificiale: mentre a Povo 180 hacker provenienti da tutta Europa chiamati dalla Federazione italiana gioca calcio si sfidano per elaborare nuove ipotesi e soluzioni tecnologiche per il mondo del calcio, a Trento rappresentanti del mondo del pallone italiano, calciatori, arbitri, imprese e docenti universitari hanno approfondito i vantaggi che l’innovazione tecnologica sta già portando all’intero ecosistema sportivo ed economico che gira intorno al gioco più amato dagli italiani. Nel corso della giornata di confronto – organizzata dalla Figc in occasione del primo Hackaton, a livello mondiale, voluto da una federazione – Valter Di Salvo, responsabile Performance e Ricerca Club della Federcalcio ha sottolineato l’importanza dell’uso degli “analytics”. “Si utilizzano analisi statistiche e diversi tools per controllare il carico di allenamento e le gare attraverso sistemi di match analysis durante le partite – ha detto Di Salvo – La tecnologia si sta rivelando strumento fondamentale per avere un calcio più dinamico, reattivo e, alla fine, più godibile, oltre che per garantire una carriera più duratura ai calciatori, cercando di limitare i danni fisici”. Di Salvo ha insistito sul ruolo fondamentale che le nuove tecnologie assicurano per misurare e studiare le quattro componenti di un atleta: fisica, mentale, tattica e tecnica. “E’ proprio per questo che la Figc ha avviato la creazione di un database, il ‘Big Data Football Management’ che permette di raccogliere le informazioni più importanti di queste quattro aree. Dentro a questo database finisce tutto ciò che può aumentare l’efficacia di un calciatore e delle sue performance in campo. Dallo scouting, alle prestazioni in campo e in allenamento fino ai livelli di stress nelle varie condizioni di attività”. Ma le tecnologie non sono meno importanti per chi una partita deve gestirla dall’interno, facendo rispettare le regole e decidendo sulle azioni di gioco: gli arbitri, già assistiti da un paio di stagioni dall’innovazione del cosiddetto “Occhio di falco” (noto tra gli addetti ai lavori come “Goal line technology”), quest’anno si stanno confrontando con la rivoluzione Var, il video assistant referee, che permette di dirimere le situazioni più delicate: dall’assegnazione dei calci di rigore, ai casi di espulsione diretta. Una innovazione considerata più che positiva da Roberto Rosetti, ex arbitro internazionale e attuale project leader del VAR. “Questo strumento – ha spiegato Rosetti, dopo aver alcuni meccanismi di funzionamento e del protocollo del Var durante una partita – sta rappresentando una innovazione indispensabile. Finora infatti eravamo di fronte al paradosso per cui l’arbitro, che è l’unica persona autorizzata a prendere decisioni sulle azioni in campo, era al tempo stesso l’ultimo a poter scoprire cosa fosse realmente successo, mentre tutto il resto del mondo attorno a lui, dai telecronisti, ai responsabili delle squadre in campo, al pubblico televisivo, sapeva in tempo reale se la sua decisione era corretta o sbagliata”. Con il Var tutto questo è relegato al passato: “Grazie a questa tecnologia – ha concluso Rosetti – possiamo aumentare il senso di giustizia e stiamo riuscendo ad abbassare il livello di tensione e di proteste durante i match, anche i più delicati”. E fuori dal campo, le innovazioni applicate allo sport possono rivelarsi un alleato prezioso per i territori che decidono di investirci: “Per molto tempo lo sport è stato visto con snobismo dal mondo universitario. Invece può interfacciarsi con molte discipline accademiche diverse: dall’ingegneria all’informatica all’economia fino alla psicologia. Lo sport può essere un potente driver di ricerca e innovazione con importanti ricadute positive sul tessuto industriale e a livello occupazionale”, ha spiegato Paolo Bouquet, docente di Ingegneria informatica all’Università di Trento e delegato del Rettore per lo Sport. Valutazione valida soprattutto per realtà come quella trentina. “Con esperienze come quella dell’Hackathon – ha detto Bouquet – riusciamo a mostrare come l’unione tra sport e innovazione possa portare vantaggi sia dal punto di vista della ricerca tecnologica e delle applicazioni per un territorio che vive di turismo e attività sportive”. Il convegno è poi proseguito con due tavole rotonde alle quali hanno preso parte ex calciatori e responsabili di società impegnate nel campo delle tecnologie applicate al mondo dello sport. Tra questi Luigi Di Biagio, attuale commissario tecnico della Nazionale Under 21 di calcio, Milena Bertolini, CT della nazionale femminile, Andrea David Rizzi, Strategic Partnership Manager di Youtube/Google, Marco Bicocchi Picchi, presidente di Italia Startup, Marco Nazzari, managing director di Nielsen Sports Italy.