Doping, Magnini: “Già accertata la mia estraneità ai fatti”

L'apertura dell'accertamento è un atto dovuto

OTT 6, 2017 -

Roma, 6 ott. (askanews) – “Io ritengo l’apertura dell’accertamento Nado un atto dovuto rispetto alle indagini penali su Porcellini; gli inquirenti penali hanno già accertato la mia estraneità ai fatti”. E’ quanto scrive su Twitter Filippo Magnini dopo l’apertura dell’indagine dalla Procura antidoping di Nado Italia in base agli atti dell’inchiesta della Procura di Pesaro nei confronti del medico nutrizionista Guido Porcellini. La Procura Nado contesterebbe a Magnini la violazione degli art.2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e 2.9 (favoreggiamento) del codice Wada, mentre all’altro nuotatore azzurro Michele Santucci la violazione dell’art.2.2. I fatti risalgono a giugno quando al termine dell’inchiesta conclusa a marzo dai pm di Pesaro, Monica Garulli e Valeria Cigliola avevano chiesto il rinvio a giudizio del nutrizionista Guido Porcellini, disposto poi l’11 luglio, e del dirigente di rugby, Antonio Maria De Grandis, indagati per commercio di prodotti dopanti, falso, ricettazione e uso di medicinali guasti, sostanze provenienti dalla Cina e contraffatte.

Per il Gip Giacomo Gasperini, su Magnini non esistevano prove e la sua posizione era stata archiviata. L’avviso di chiusura delle indagini parlava della pralmorelina, la quale era “procurata per l’atleta Magnini, ma i flaconi erano stati ritirati da “persona non identificata”. Filippo, intercettato e pedinato, secondo i Nas non ha ricevuto né utilizzato la sostanza, e non era indagato. La procura di Pesaro aveva precisato che “alcuni prodotti sequestrati sono stati offerti a Magnini, in base alle evidenze di indagine, ma non risulta l’assunzione”. L’11 luglio scorso poi Guido Porcellini è stato rinviato a giudizio per ricettazione, commercio di sostanze dopanti e prescrizione di farmaci dannosi per la salute. La prima udienza è fissata per il 7 novembre a Pesaro.

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