‘Orlando: le forme dell’amore’, concept album del Banco Mutuo Soccorso

Il disco esce il 23 settembre per i 50 anni di attività della band

SET 21, 2022 -

Musica Roma, 21 set. (askanews) – “Orlando: le forme dell’amore”, il concept album del Banco del Mutuo Soccorso esce sul mercato internazionale il 23 settembre per l’etichetta Inside Out Music/Sony Music Group. Anticipato dalle tracce “Cadere o Volare” e “La Pianura rossa”, il disco a cui Vittorio Nocenzi, fondatore e guida del gruppo, ha lavorato per molto tempo, esce in occasione dei 50 anni di attività della band. Cinquant’anni infatti intercorrono tra “Orlando: le forme dell’amore” e il “Salvadanaio”, uscito il 3 maggio 1972 per la Ricordi Dischi. Iniziava allora la storia del Banco. Il primo brano dell’album si intitolava “In Volo”, e nei suoi versi veniva evocato il personaggio di Astolfo e il suo Ippogrifo, il cavallo alato, due figure centrali de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, poema capolavoro del Rinascimento italiano. “Ma non ci sono mai piaciuti troppo gli anniversari celebrati con flute e champagne, ci piace celebrare i momenti davvero importanti con il lavoro concreto: ecco perché ci è sembrata subito bellissima la possibilità di mettere sulla nostra torta del cinquantennale non una semplice candelina, ma una vera e propria candela speciale: un nuovo album inedito del Banco ispirato e dedicato proprio all’Orlando furioso”, ha dichiarato Vittorio Nocenzi. “È un po’ come far ritorno in quello spazio da dove spiccammo il nostro volo tanti anni fa, con la voglia di far così ripartire questa storia fatta di musica, di idee, di diversità, di visioni e di sogni. Vorremmo farla rivivere ancora con lo stesso desiderio di stupore emozionato, di meraviglie da cantare, di storie da intravvedere in quell'”oltre”, in quel “nonostante”, che sono la nostra vera vita, fatta di utopie e di idee, di speranze, di sorprese e meraviglie che, nonostante tutto, la vita prosegue ad offrirci, se solo stiamo attenti a coglierle fra le luci e le ombre dei nostri giorni”. Vittorio Nocenzi ha lavorato al concept musicale di “Orlando: le forme dell’amore” per molti anni, insieme al figlio Michelangelo e al romanziere e sceneggiatore Paolo Logli. Un immenso lavoro in studio pienamente rappresentato in quest’album epico, che fisserà nuovi parametri per gli appassionati di progressive rock. Indubbiamente il Banco è sempre stato legato alle proprie radici, ma “Orlando: Le forme dell’amore” è la prova definitiva di come il rock prog tradizionale possa evolversi in una moderna nuova miscela di suono e spirito. Le quindici composizioni che danno vita al nuovo lavoro sono nate da un’idea di Michelangelo Nocenzi, il terzo figlio di Vittorio, nel 2013. Un concept sul più prode dei Paladini dell’imperatore, che rinuncia a correre in aiuto ai suoi commilitoni attaccati dal nemico per salvare la donna che ama, e che poi lo respingerà. Ma dietro a questo c’è molto di più: una grande guerra fra Occidente e Medio Oriente, fra cristiani e saraceni, e tante altre storie d’amore. Questo sentimento, anzi, viene declinato in tutti i modi possibili: c’è l’amore respinto, quello inatteso, quello fraterno, quello per il potere, quello possessivo, quello proibito e molti altri. E per un progetto così ambizioso, la band ha voluto affidare la masterizzazione nelle preziose mani di Maurizio Biancani in Fonoprint a Bologna. La classica ciliegina sulla torta. Così Biancani “All’epoca dell’uscita discografica del primo album del Banco, chiamato confidenzialmente “il Salvadanaio”, nel lontano 1972, io avevo 19 anni e suonavo in una orchestra da ballo emiliana. L’ascolto di quell’album mi emozionò e mi fece capire che la musica in Italia era diventata maggiorenne. Con questa premessa capite cosa ho provato quando Vittorio Nocenzi mi ha chiesto di fare il mastering del loro nuovo disco, un progetto mastodontico, con una genesi di anni e con un risultato musicale fantastico. In realtà lavorarci si è rivelato più semplice del previsto, perché le registrazioni ed il missaggio erano già perfetti e quindi il mio lavoro si è limitato a cercare di non rovinare un risultato già ottimo e a mettere in evidenza le particolarità musicali insite nel lavoro. Il mio approccio non poteva che essere rispettoso dei suoni originali, attento a enfatizzarne le caratteristiche, senza però strovolgerle con la ricerca di volumi esasperati, come purtroppo capita in tanti mastering odierni. In questo modo penso di essere riuscito a conservare le dinamiche musicali ed evidenziare le belle tessiture musicali e liriche. La perizia e la bravura dei musicisti escono infatti prepotentemente nelle esecuzioni e le tematiche non possono che colpire l’ascoltatore. L’unica cosa che mi sento di dire, a questo punto, è ringraziare il Banco di avermi coinvolto in questo progetto e augurare ai fortunati ascoltatori un buon ascolto”.