Bentornata Mina! Due album per celebrare il mito della musica

Massimiliano Pani racconta il progetto Italian Songbook

NOV 25, 2020 -

Milano, 25 nov. (askanews) – Ventotto canzoni edite immortali e due inediti. Bentornata Mina! Sul finire di un anno che l’ha festeggiata per il suo ottantesimo compleanno, occasione – qualora ce ne fosse bisogno – per ricordare il mito di una donna e di un’artista senza tempo, ora è Mina a farci un regalo inaspettato e molto speciale: venerdì 27 novembre esce “Italian Songbook” presentato da PDU in digipack e doppio vinile.”Cassiopea” (PDU/distr. Sony Music) e “Orione” (PDU/distr. Warner Music) sono le prime due antologie del progetto discografico di riordino e riscoperta dell’immenso repertorio dell’artista, che si declinerà filologicamente nel tempo: non definiamoli “raccolte”, né “compilation”, né “greatest hits”. Non è per una questione lessicale, perché nel caso le chiameremmo più elegantemente “antologie”; né per un capriccio linguistico-snobistico, altrimenti le chiameremmo dannunzianamente florilegi. Questi due dischi sono qualcosa di diverso. Ma si guarda anche aventi come ha spiegato il produttore Massimiliano Pani.

“Continueranno gli Italian song, Mina resta contemporanea, ha iniziato a 18 anni e a 80 è uscita con un album dei inediti con Fossati, ed è stata scelta per uno spot per giovani. Lei ha scelto di fare album e non apparire, la sua esigenza era di dare nuova vita ai brani del passato e rimettere a posto delle cose che non sono come si voleva, ad esempio degli arrangiamenti degli anni 80′ che non funzionano più”.

Cassiopea e Orione sono due delle 88 costellazioni del nostro cielo, l’una boreale e l’altra equatoriale. Prendono i loro nomi da una leggendaria regina d’Etiopia, bellissima, vanitosa e crudele, e da un figlio di Poseidone, nerboruto e temibile cacciatore. Cassiopea e Orione sono i titoli di questi due dischi: che ci piace raccontare come “costellazioni di canzoni”.

Nello sterminato firmamento delle canzoni da lei incise – il Mina Fan Club ne censisce quasi 1400 in oltre 100 album – Mina ne ha scelte alcune, disegnando con esse due percorsi costituiti da stelle sonore di diversa magnitudine e posizione astrale, e tracciando con esse due diversi ma complementari percorsi di ascolto.

“Mina non ama il pezzo da Mina, lei cerca un pezzo interessante, le piace il cambio dei registro, non necessariamente la canzone che permetta la sua massima estensione vocale. Saper interpretare significa anche cantare con un filo di voce se necessario, a lei piace sperimentare diversi generi musicali con grande rispetto per questi. Quando arriva un testo bello anche se al limite del politicamente scorretto lo fa perchè è bello, Mina ha sempre fatto le sue scelte. L’hanno massacrata quando sono stata io perchè in quell’Italia nessuno per quella scelta la voleva fare lavorare, ma lei ha le palle ed è andata avanti” ha spiegato Massimiliano Pani.

Il disegno che ha guidato la selezione non è evidenziabile, nella sequenza dei titoli; che non è cronologica, e non è sistematica, ma è il frutto di un pensiero che ha tenuto, certo, in considerazione la qualità delle composizioni e l’efficacia degli arrangiamenti, ma al tempo stesso ha scombinato ogni schema logico per affidarsi a un istinto squisitamente personale.

Così, nelle 28 canzoni già edite, ci sono registrazioni che spaziano dal 1975 (“L’importante è finire”) al 2018 (“Volevo scriverti da tanto”); ci sono canzoni cantate per la prima volta da Mina o riprese da lei dopo l’interpretazione di altre voci; e due brani finora inediti, che chiudono le due tracklist.

Quello che appare evidente, scorrendo i titoli dei brani, è la straordinaria ecletticità dell’interprete, che non ha mai esitato nel cimentarsi con sfide inusuali.