Roma, “Il Majorana Show” in scena al Teatro Ciak

Liberamente ispirato alla vicenda del grande fisico catanese

FEB 20, 2020 -

Roma, 20 feb. (askanews) – Da venerdì 6 a domenica 8 marzo arriva al Teatro Ciak di Roma “Il Majorana Show”, uno spettacolo scritto da Claudio Pallottini liberamente ispirato alla vicenda del grande fisico catanese Ettore Majorana. Sul palco Andrea Bianchi, Edoardo Baietti, Sebastiano Colla, Roberto Della Casa, Luigi De Martino, Andrea Giuliano, Stefano Messina, Claudio Pallottini, Cristina Pellegrino, Cristina Pensiero, Carlotta Proietti, Marco Simeoli. La regia è di Marco Simeoli, la supervisione artistica di Gigi Proietti, musiche sono di Stefano Fresi.

Sul palco trasformato in uno studio televisivo è in onda un famoso talk show. Sotto le direttive e le domande incalzanti di un conduttore ai suoi ospiti, otto personaggi, ovvero Enrico Fermi, Edoardo Amaldi, Augusto Bocchini capo della polizia, uno storico, uno psicologo e altri, coadiuvati da contributi video, telefonate e domande in studio e da casa, ricostruiscono la vicenda e la personalità di Ettore Majorana. “Lo spettacolo nasce dalla lettura de “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia e delle tante biografie del fisico catanese, il dibattito scienza-etica e l’osservazione del linguaggio televisivo – ha spiegato Claudio Pallottini, autore de ‘Il Majorana Show’ – partendo da questi tre stimoli il primo passo è stato costruire un contenitore televisivo, che si qualificasse per l’inclinazione a mischiare il reale col virtuale, l’informazione col pettegolezzo, la cultura con la sottocultura, l’inchiesta con lo scoop – vero o presunto – la storia con la cronaca, la testimonianza col piano bar. Il passo successivo è stato inserire in questo frullatore informativo un argomento serio, problematico e inquietante, come appunto, la scomparsa di Majorana, ed assistere alla progressiva trasformazione di genere del tema inserito”.

“Il frullatore inghiotte il caso – con tutte le sue implicazioni storiche, scientifiche, etiche, filosofiche, umane – lo impasta con l’inevitabile esigenza divulgativa, con l’irrinunciabile ricorso alla compagnia di giro degli esperti, con la costante preoccupazione di alleggerire per non perdere ascolto presso le fasce deboli, con l’imprescindibile necessità di provocare reazioni emotive per non far scendere la curva dell’attenzione, poi il frullatore metabolizza il tutto e, infine, lo espelle: modificato in programma televisivo. Che però, poiché avviene davanti e con gli spettatori, diventa Teatro agito per e con lo spettatore che può continuamente intervenire e dire la sua, anzi è chiamato quasi fosse a Forum a esprimere la propria opinione”. “Uno spettacolo per tutti: un ibrido con continue interferenze tra commedia, cabaret, teatro di narrazione e di documento. Un genere dal sapore curioso, non riassumibile in una definizione precisa, anzi, soggetto a continui sconfinamenti e ribaltamenti di tono, governati da attori con un sicuro centro di gravità. Il tutto, però, a servizio del tema sempre attuale e per il quale il testo è costruito, ovvero l’eterna domanda su quale debba essere e se ci debba essere un limite alla Scienza e allo studio dello scienziato” ha concluso.