Arriva su Rai1 “Pezzi Unici”, omaggio a Firenze e alle botteghe

Con Castellitto e Panariello, tra giallo e romanzo di formazione

NOV 12, 2019 -

Firenze, 12 nov. (askanews) – Un omaggio a Firenze e alle sue botteghe artigiane che ancora oggi, nonostante tutto, riescono a sopravvivere, con la speranza che questo antico mestiere possa mantenersi sempre vivo e magari attrarre i giovani. Questo l’obiettivo principale di Cinzia TH Torrini, fiorentina doc, che ha diretto “Pezzi Unici”, la nuova serie in sei puntate in onda su Rai1 dal 17 novembre. La fiction è stata presentata in anteprima a Firenze all’interno nell’antico Setificio Fiorentino di fine ‘700 dove sono state girate diverse scene. “Ci tenevo a raccontare questa storia perché sono nata qui e sono da sempre affascinata dalle botteghe degli artigiani che lavorano, dagli odori, dai suoni – ha spiegato Cinzia TH Torrini – fin da piccola mi era rimasto impresso un bravissimo artigiano che lavorava la pelle, poi ho scoperto che era diventata un’eccellenza e mi sono sempre ripromessa di fare una fiction su questo mestiere anche per riportare i giovani a una manualità creativa.”

Sergio Castellitto è Vanni, maestro artigiano tutto d’un pezzo, ispirato proprio a quel Wanni Di Filippo caro alla regista (fondatore del noto marchio Il Bisonte ndr). E’ un uomo ferito e sconvolto dalla morte del figlio, con un passato di droga e che si pensa si sia suicidato; il ragazzo aveva avviato un progetto in una casa famiglia, un laboratorio di artigianato per recuperare cinque ragazzi “persi”, i cinque pezzi unici del titolo. Un po’ per completare il suo lavoro, un po’ per indagare sulla morte del figlio attraverso quei giovani che lo avevano conosciuto, Vanni li porta nel suo laboratorio dando loro una possibilità di riscatto tra lezioni di lavorazione del legno e di vita. Ma quei ragazzi difficili nascondono un segreto su cui Vanni vuole far luce, puntata dopo puntata.

“Questa serie ha qualcosa in più – ha spiegato Sergio Castellitto – crea suspence emotiva, disegna rapporti umani interessanti e delinea personaggi che corrispondono a una umanità in cui lo spettatore può riconoscersi. Il mio Vanni, ‘tagliato’ da un dolore indicibile, offre una chance a questi ragazzi ma la dà anche a se stesso: i cinque pezzi unici gli insegneranno come costruire relazioni umani e conflitti interiori che aveva forse dimenticato. E’ un uomo tanto talentuoso nel lavoro quanto fallito come padre e la condizione di fallito è quella ideale per costruire personaggi magnifici”. Castellitto ha anche paragonato il lavoro di attore a quello di un artigiano “che costruisce attraverso gli strumenti le sue battute, le sue espressioni per raccontare una storia. Viviamo in un’epoca così digitale ma non stringiamo più nulla con le mani, scorriamo solo gli schermi di iPad e smartphone: questo è un uomo che tocca con le mani e si fa toccare dai sentimenti”.

Nel cast, oltre ai cinque giovani ragazzi, quasi tutti esordienti sul piccolo schermo e molti provenienti dal Centro Sperimentale di Cinematografia, ci sono tra gli altri Irene Ferri e Sergio Panariello nei panni di un fabbro con la bottega attigua a quella di Vanni. “E’ stata una grande opportunità – ha spiegato Panariello – sono anni che cerco di far capire agli italiani che si può fare anche un ruolo drammatico in tv nel weekend e finalmente ho potuto interpretare un ruolo serio; Cinzia ha lavorato su di me ‘a togliere’, non è stato facile abituato come sono a lavorare nel comico. Ho fatto tanti personaggi, ma questo mi è rimasto dentro”. Una seconda stagione? “Ci sono già delle belle idee ma aspettiamo di vedere come reagirà il pubblico a questa” ha concluso Cinzia TH Torrini.