A Roma “Che disastro di commedia”, tour al via dal Teatro Olimpico

Dal 26 al 29 settembre lo spettacolo di Mark Bell

SET 24, 2019 -

Roma, 24 set. (askanews) – Dal Teatro Olimpico di Roma parte il tour di “Che disastro di commedia”, rivoluzionario spettacolo per la regia di Mark Bell. Per il quarto anno nella Capitale dal 26 al 29 settembre torna la commedia di respiro internazionale, prodotta per l’Italia da AB Management. Dopo un esordio travolgente, numeri da record per la scorsa stagione: 8 regioni, 29 teatri, 80 recite, 22 sold out, oltre 32.000 spettatori.

Al centro del racconto una sgangherata compagnia teatrale amatoriale che, dopo aver ereditato improvvisamente un’ingente somma di denaro, tenta di mettere in scena un ambizioso giallo alla Agatha Christie, “Delitto a Villa Aversham”, ambientato negli anni ’20 nel West End. Gli attori strampalati goffamente tentano di parare i colpi degli svariati tragicomici inconvenienti che si intromettono tra loro ed il copione con estro e inventiva, tanto da non lasciare spazio a nient’altro che a incontenibili risate e divertimento travolgente.

La rappresentazione, che sposa appieno il filone del metateatro, si rivela in realtà una slapstick comedy: tra paradossi e colpi di scena gli attori non si ricordano le battute, una scenografia vittoriana che implode a poco a poco su sé stessa, le porte non si aprono, gli oggetti scompaiono e ricompaiono altrove. Tutto è studiato nei minimi particolari con smaliziato umorismo senza mai risultare artefatto o stucchevole. La commedia evidenzia tutte le paure e gli errori che un attore sul palco non vorrebbe e dovrebbe mai commettere.

Scritta da Jonathan Sayer, Henry Shields e Henry Lewis, appositamente per la Compagnia Mischief Theatre, è stata tradotta e licenziata in oltre 20 paesi, sbarcando in Cina, Sud Africa, Brasile Australia, Nuova Zelanda e Messico.

Nel 2017, sempre con la regia di Mark Bell, approda negli Stati Uniti, a Broadway, prodotta da J.J. Abrams, al suo debutto nel mondo del teatro; qui ottiene il Tony Award per le scenografie di Nigel Hook, fedelmente riprese in Italia da Giulia De Mari.