Polanski, Barbera: non sono giudice, distinguere uomo da artista

La Presidente di giuria Martel: solidarizzo sempre con vittima

AGO 28, 2019 -

Venezia, 28 ago. (askanews) – La presenza del film di Roman Polanski con la vicenda giudiziaria che accompagna il regista di “J’accuse”, e la scarsa presenza di registe donne in competizione sono stati i temi che hanno tenuto banco nel corso della conferenza stampa di apertura della 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, e il direttore della Mostra Alberto Barbera hanno presentato i presidenti e i membri delle cinque Giurie del festival. Presidente del concorso Venezia 76 è la regista argentina Lucrecia Martel. Sulla presenza di Polanski al festival, Martel ha spiegato di non voler separare l’uomo dall’opera e di essersi documentata sulla vicenda giudiziaria del regista: “Polanski ha già attraversato la fase processuale. – ha detto – Io in ogni caso solidarizzo sempre con la vittima ma credo anche nel dialogo, e la presenza del film supporta il dibattito su questo argomento”.

Dopo il vaso di Pandora scoperchiato dal movimento #Metoo, l’attenzione sulle molestie sessuali nel mondo del cinema è sempre in primo piano. Alberto Barbera ha spiegato che al di là della complessità del tema è necessario “fare una distinzione tra artista e l’uomo. La storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini e non abbiamo smesso di prendere considerazione le opere fatte. Questo vale per Polanski, uno dei grandi maestri del cinema. Ho visto il suo film, mi è piaciuto e non ho avuto dubbi. Non sono un giudice che si deve esprimere su criteri di giustizia, non posso decidere se un artista debba andare in carcere per quanto commesso. Sono un critico cinematografico e il mio lavoro si ferma lì, e lo stesso dovrebbero fare gli spettatori che vanno a vedere il film”.

Per la presidente di Venezia 76 Lucrecia Martel è comunque difficile discernere: “Se una persona ha adempiuto la propria condanna cosa dobbiamo fare? Gli impediamo di essere al festival per proteggere il festival? Questi sono dibattiti del nostro tempo, ammettere o meno Polanski al festival. Ma possiamo escludere una persona che ha già attraversato una fase processuale?”.

Emir Kusturica, presidente del premio Opera Prima, ha detto di essere stato a Venezia per la prima volta nel 1991 e di avere l’impressione di “tornare sul luogo del delitto”, mentre sul caso Polanski ha proposto una riflessione sul concetto di “colpa e morale” nell’arte.