Time in Jazz, edizione 2019 con Omar Sosa e Ornella Vanoni

Festival diretto da Fresu, 7-16 agosto Berchidda e Nord Sardegna

MAR 26, 2019 -

Roma, 26 mar. (askanews) – Musica ma anche letteratura, cinema, ambiente, società: queste le coordinate lungo le quali si snoderà la trentaduesima edizionedel festival internazionale Time in Jazz, appuntamento tra i più attesi dell’estate, in programma dal 7 al 16 agosto tra Berchidda (Ss), paese natale del suo ideatore e direttore artistico, il trombettista Paolo Fresu, e varie altre località del nord Sardegna.

Un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”: come il numero 32 che la connota e che, come spiega Fresu nella sua presentazione, “si colloca tra il 31 – naturale prosecuzione del primoriale e semiperfetto 30 – e il 33, palindromo della maturità e degli anni di Cristo oltre che numero che indica l’inizio e la fine delle cose”; nel mezzo come “un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa (…) una “Terra di mezzo” in quell'”oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila” che è il Mediterraneo.

Per il musicista di Berchidda è dunque “in questo essere ‘nel mezzo’ numericamente e geograficamente che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz. Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte”.

E sarà un’edizione che si annuncia particolarmente ricca e assortita, con una quarantina di eventi musicali previsti che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali (dall’11 a Ferragosto) ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Arzachena, Cheremule, Erula, Mores, Olbia, Ploaghe, Telti, Tula, Tempio Pausania e altri ancora. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, progetti di inclusione per migranti, oltre alla consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.

La musica, naturalmente, fa la parte del leone nelle dieci giornate del festival, con un programma poliedrico che spazia tra stili e modi diversi di intendere il jazz, e non solo. Nel cast, artisti internazionali del calibro di Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, e una corposa presenza della scena jazzistica nazionale, tra nomi affermati e talenti emergenti: Gegè Munari, Danilo Rea, Claudio Fasoli, Ramberto Ciammarughi, Monica Demuru e Natalio Mangalavite, Franca Masu e Sade Mangiaracina, Dino Rubino, Francesco Ponticelli, Simone Graziano, Giovanni Falzone, Sebastiano Dessanay, Daniele di Bonaventura e, naturalmente, Paolo Fresu, impegnato in diversi progetti e, come sempre, in apparizioni estemporanee.

Jazz (e dintorni), ma non solo: ecco allora nel cartellone la regina della canzone italiana, Ornella Vanoni, il liscio “trasversale” e contaminato dell’Orchestra Mirko Casadei, il duo Fantafolk di Vanni Masala e Andrea Pisu, i dj set di DJ Rocca. E ancora, la Funky Jazz Orkestra, street band di casa proprio a Berchidda, diretta dal trombettista Antonio Meloni, cui è affidato il compito di aprire il festival con la sua trascinante miscela di brani tra funky, jazz, pop, rock e arrangiamenti originali, nell’immancabile “concertazione navale” a bordo di un traghetto della Corsica Ferries-Sardinia Ferries in viaggio dal “continente” alla Sardegna: un evento reso possibile per il quattordicesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della Compagnia delle navi gialle. Partenza dal porto di Livorno alla volta di Golfo Aranci mercoledì 7 agosto alle 8.

La giornata inaugurale offre anche uno dei momenti più significativi di questa edizione numero trentadue di Time in Jazz: nel ventennale della scomparsa di Fabrizio De André, il festival ritorna a far tappa a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese. Protagonista dell’omaggio a “Faber”, Danilo Rea in una serata (con inizio alle 18.30) che rinnova quello che è stato un “must” per diverse edizioni di Time in Jazz (dal 2005 al 2011, con una ripresa due estati fa) e che negli anni ha visto esibirsi all’Agnata, oltre allo stesso pianista romano, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli, il compianto Gianmaria Testa con Paolo Fresu e Lella Costa, Ornella Vanoni, Morgan, Teresa De Sio, Cristiano De André. Musiche, volti ed emozioni che tanta parte hanno in “Faber in Sardegna”, il documentario diretto nel 2015 da Gianfranco Cabiddu che si potrà (ri)vedere nella selezione di film all’interno del festival.