Roma, “l’incorruttibile” Robespierre dichiarato innocente

Il pubblico dell'Eliseo salva il rivoluzionario per pochi voti

MAR 26, 2019 -

Roma, 26 mar. (askanews) – Lunedì 25 marzo al Teatro Eliseo di Roma si è conclusa la stagione capitolina del format “Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia Colpevole o Innocente?”, ideato e curato da Elisa Greco (nella foto). Un dibattimento e un processo che ha ribaltato gli esiti della storia: Maximilien de Robespierre, l’Incorruttibile protagonista della Rivoluzione francese e del Regime del Terrore, punito con la pena di morte tramite ghigliottina è stato dichiarato innocente dalla giuria popolare del Teatro Eliseo.

“Un verdetto non scontato come testimonia il risultato determinato da pochi voti di differenza e che manifesta ancora una volta quanto la figura storica e umana di Robespierre sia controversa e divisiva. Al contempo lo stesso interesse intorno alla scelta del personaggio nel suo essere l’incorruttibile, il cittadino e strenuo difensore del popolo e poi condannato a morte, travolto dalla sua stessa rivoluzione, ne dimostra la grande attualità”, ha commentato Elisa Greco, autrice e curatrice del Processo.

Mai come stavolta il pubblico è stato coinvolto, partecipe e attivo, tanto da interloquire direttamente dalla platea, ancora una volta sold out, con i protagonisti sul palcoscenico. Il cast non è stato da meno e lo stesso Presidente della Corte, il magistrato Simonetta Matone, Sostituto Procuratore generale presso la Corte d’ Appello di Roma, si è ritrovata spesso a placare gli animi oltre che a condurre il dibattimento.

La ghigliottina alla destra del palco a simboleggiare l’accusa, il totem “Liberté, Égalité, Fraternité” a dare sostegno alle tesi della difesa hanno fatto da cornice all’acceso dibattito che ha infuocato il Teatro Eliseo di Roma.

L’imputato, interpretato dal giornalista francese, corrispondente dall’Italia per LesEchos, Olivier Tosseri, si è difeso sostenendo come il suo desiderio fosse quello di costruire una società basata su tre parole fondamentali, divenute simbolo universale “Liberté, Égalité, Fraternité”. Il Pubblico Ministero, Fabrizio Gandini, giudice del Tribunale di Roma, ha a sua volta accusato l’imputato di aver abusato della sua profonda conoscenza del sistema giuridico per volgere il sistema a suo piacimento e, infine, per instaurare il Regime del Terrore, che nulla aveva a che fare con quelle famose parole.

La linea della difesa, sostenuta dal Professor Antonio Catricalà, si è fondata sulla passione politica di Robespierre, che voleva libertà, fraternità e uguaglianza: concetti che, come molte altre idee nel corso della storia, hanno avuto bisogno di migliaia di vittime per affermarsi. Il testimone d’accusa, la scrittrice e biografa storica Alessandra Necci, ha sottolineato che questo desiderio di affermazione non poteva bastare per giustificare quel “flusso di sangue”, frase attribuita proprio all’Incorruttibile. Infine, la testimone della difesa, Serena Bortone, giornalista e conduttrice di Agorà (Rai3), calandosi nei panni della sorella di Robespierre, Charlotte, ha esposto al pubblico un excursus sulla vita del fratello che, pur essendo preso in giro dai coetanei in giovane età, pur essendo vittima di tic e con il volto butterato dai segni del vaiolo, non ha mancato di combattere per la giustizia sociale e il suffragio universale.

Al termine del dibattimento la giuria popolare rappresentata dal pubblico in sala, ha votato per stabilire se, a 230 anni dalla Rivoluzione Francese, la figura di Maximilien de Robespierre, detto l’Incorruttibile, fosse quella di un rivoluzionario o di un tiranno. Cambiando il corso della storia, la giuria popolare lo ha infine assolto sul filo di lana con 214 volti per l’assoluzione e ben 199 per la condanna.