Alla Festa di Roma il “Diario di tonnara” di un mondo scomparso

Diretto da Giovanni Zoppeddu, prodotto da Istituto Luce Cinecittà

OTT 26, 2018 -

Roma, 26 ott. (askanews) – E’ un viaggio a ritroso in un mondo scomparso, quello dei tonnaroti, il documentario italiano “Diario di tonnara” diretto da Giovanni Zoppeddu, prodotto da Istituto Luce Cinecittà, presentato alla Festa del Cinema di Roma e che arriverà nei cinema il prossimo anno. La voce narrante in questo percorso fra passato e presente è quella di Ninni Ravazza, sub che ha lavorato per anni nella tonnara di Bonagia e che ha scritto un libro di memorie a cui il regista si è ispirato. Dal documentario emerge il senso di comunità e del lavoro che univa quei pescatori, figure diventate quasi mitologiche. Le storie di mare mostrano la fatica di vivere, la fiducia nel sacro, ma anche la passione per il proprio lavoro. Alcuni filmati di repertorio usati da Zoppeddu erano stati girati da maestri come De Seta, Quilici, Alliata.

“Quei filmati mostrano volti scavati dalla fatica, mostrano gli italiani che eravamo, che ad un certo punto sono diventati scomodi – ha detto il regista – il documentario pone anche una domanda: abbiamo fatto bene a cancellare quel mondo e stiamo andando nella direzione giusta?”.

Gli elementi della ritualità, del legame con la religione, della fiducia nella natura e della condivisione emergono in maniera evidente nel racconto di queste vite. “Oggi la pesca è industriale, si fa con grosse imbarcazioni che inseguono i tonni, una volta prima della mattanza c’erano tre mesi di lavoro e di attesa da parte dei pescatori. – ha spiegato il regista – La spettacolarizzazione della mattanza li ha sicuramente penalizzati. Dopo di che il loro, qualche anno fa, è stato dichiarato il sistema più ecosostenibile di pesca”. Oggi in Sicilia non ci sono più tonnare, mentre sopravvivono a Carloforte, in Sardegna, dove, come ha spiegato il regista, ancora sono coinvolti molti giovani del posto.