Riccardo Sinigallia, in “Ciao cuore” le canzoni che non ti aspetti

Il nuovo album a 4 anni dall'ultimo disco, a gennaio il tour

SET 12, 2018 -

Milano, 12 set. (askanews) – Esce a 4 anni dall’ultimo progetto discografico “Ciao cuore”, il nuovo album di Riccardo Sinigallia, prodotto dal cantautore e Laura Arzilli e anticipato dal singolo omonimo: protagonista del video è Valerio Mastandrea, la regia di Daniele Babbo “Dandaddy”. In questo periodo senza dischi l’artista non ha smesso di lavorare, anzi ha seguito diversi progetti. “Queste mi consentono di diversificare, di uscire anche dall’ossessione egocentrica del produrre proprie cose e pensare la propria attività di cantautore. Questi spazi temporali li prendo per staccarmi da me e dall’idea di avere sempre uno specchio davanti. Poi vivere la vita porta a cambiare punto di vista e collezionare nuove idee” ha detto l’artista ad askanews.

Le canzoni di “Ciao cuore” scorrono in grande libertà, senza paletti, percorrono ciascuna la sua strada. “Ogni canzone prende la sua strada, quella della canzone, è lei che comanda: io cammino sempre accanto alle mie canzoni, non davanti. Dò sempre molta importanza alla materia pura della canzone, non a quello che uno si aspetta di ascoltare”.

Autore di grandi successi della recente storia musicale italiana come “Due destini”, “La descrizione di un attimo”, “Vento d’estate”, “Cara Valentina”, Sinigallia apprezza il ritorno della centralità del testo per il pubblico, anche grazie all’esplosione di rap, trap e indie. “Allo stesso tempo sento anche un po’ la regressione di questo linguaggio. Sia nella trap che nell’indie mi sembra ci sia una nuova formula, un po’ triste, che è quella della distruzione della poetica a tutti i costi. Il messaggio ricorrente è che basta parlare di un dentifricio, un orologio o una roba spicciola per ostentare un distacco dalla ricerca poetica: è una cosa che conosciamo bene tutti: la domanda che mi viene è ‘tutto qui?'”.

Il disco si chiude con due brani, “Che male c’è” e “A cuore leggero”, quasi in contrasto: l’invito ad abbracciarsi e stringersi accantonando le paure e le futilità dell’ultima canzone, tema del film “Non essere cattivo”, arriva dopo la rabbia e la disillusione di quella dedicata alla morte di Federico Aldrovandi, scritta a partire da una lettera dell’attore Valerio Mastandrea. “C’è questa specie di contrasto che secondo me è importante che ci sia perchè uno è profondamente drammatico e l’altro è molto liberatorio” ha spiegato.

Per quanto riguarda la canzone su Aldrovandi, Sinigallia ci ha raccontato: “Mastandrea mi portò uno scritto di due pagine tanti anni fa dicendomi di farlo diventare una canzone, mi lasciò una chiavetta Usb ma dopo averla letta la prima volta non mi ritenevo autorizzato a lavorare su quel testo. Ci ho messo due, tre anni prima di riaprirlo, ad un certo punto ho sentito anche io questa urgenza: e come l’ho riaperta mi sono immediatamente ritrovato in questa storia in modo molto molto profondo. Ci ho lavorato un bel po’, lavorando sulle parole, sulla musica e il testo. L’ho fatta ascoltare anche alla mamma di Federico, Patrizia, e ho visto che c’è stata subito un’accoglienza che mi ha colpito molto, l’ho suonata anche a Ferrara l’anno scorso. Non avrei pensato mai di metterla in un disco, invece quest’anno quando ho pensato alla tracklist ero molto felice che ci fosse” ha spiegato.

Riccardo Sinigallia sarà in tour nel 2019, una produzione di Massimo Levantini per Just Me Levarco: si parte il 17 gennaio da Torino. E sarà già periodo di Sanremo: lui tornerebbe al Festival? “Non so se mi conviene – ci ha risposto – è un posto in teoria straordinario perchè rispetto a quello che c’è oggi è l’unico in cui hai la possibilità, se ti ospitano, di presentare una tua canzone dal vivo con l’orchestra e farti vedere sa altri. Sulla carta è veramente una grande opportunità, il problema è che poi devi rientrate in certi parametri perchè come esci anche per motivi non apparenti succedono cose strane”.