Noel Gallagher: canto gioia e speranza, sono un rivoluzionario

A Milano presenta "Who built the moon?" con High Flying Birds

NOV 9, 2017 -

Milano, 9 nov. (askanews) – Un “rivoluzionario” della musica perchè canta la speranza e la gioia nel difficile mondo di oggi: così si definisce Noel Gallagher, l’ex Oasis che a Milano ha presentato il nuovo disco “Who built the moon?” inciso con gli High Flying Birds, in uscita il 24 novembre e anticipato dal singolo “Holy Mountain”. Il disco segna l’inizio della collaborazione con il produttore e compositore David Holmes e apre un capitolo nuovo nella carriera del gruppo dopo “Chasing Yesterday” del 2015. L’impronta di Holmes è netta nel disco, come Gallagher ha spiegato: “La sua idea era non farmi scrivere niente da solo e portarmi in una direzione precisa, se suonavo qualcosa che anche lontanamente ricordava le altre band come gli Oasis mi fermava – ha detto – è stato frustrante per il primo anno e mi ha confuso, ma quando ho capito la direzione mi sono divertito. Sono stato fortunato ad incontrarlo al momento giusto, ha visto in me qualcosa che neanche io sapevo di avere, lo abbiamo trovato insieme”.

Un disco “cosmic pop” a detta dell’artista, che lo ha definito “il più rock and roll tra i miei album”, che riunisce voci e musicisti ospiti da tutto il mondo, come Paul Weller e Johnny Marr, amici di vecchia data. “La gente associa al rock i giubbotti in pelle, il fumo, il bere Jack Daniel’s, ma il vero senso del rock è il senso di libertà di spirito e di espressione, è quello che voglio fare” ha detto.

Libertà e gioia è quello che Noel Gallagher vuole esprimere con le sue canzoni: “Penso che scrivere canzoni di gioia e di speranza oggi sia rivoluzionario – ha detto – per i ragazzi è molto semplice prendere la chitarra e suonare in base alle notizie dei tg, per fare questo tipo di musica è diventato fondamentale urlare come fanno Dave Grohl, Green Day o Queens of the Stone Age, ma cosa urlano a fare?” “Oggi si prende spunto dalle notizie ma chi vuole la musica che parli di attualità – si è domandato – sono cose noiose”. Per Gallagher anche Donald Trump “è noioso”, l’espressione è “fucking boring”, noiosa è la politica nonchè il dittatore coreano Kim Jong-Un, “un ciccione buffo che fa ridere”. “Penso invece che sia rivoluzionario scrivere di gioia e speranza, sono un rivoluzionario” ha rivendicato Gallagher. E rispetto ai tempi di John Lennon e delle sue canzoni con richiami di attualità c’è differenza: “Forse le notizie allora erano meno noiose”.

Il titolo del disco è quello di un libro che avanza una teoria secondo cui la Luna è un oggetto estraneo al nostro sistema Solare, popolato da qualcuno: “Io non credo alle teorie della cospirazione ma è un titolo bellissimo e l’ho voluto usare, quando non riesco mi capita di prendere da qualcun altro” ha detto Gallagher.

Il rock che Noel Gallagher apprezza è quello di U2, Kasabian, Primal Scream, l’ultimo album che ha acquistato tre anni fa è stato quello dei Jungle, ma soprattutto ascolta musica anni Sessanta, Settanta e Ottanta. “Il rock ha ucciso il rock and roll – ha sentenziato – non è che non mi piacciano le band, è che urlano troppo, datti una calmata, stai zitto. Poi tutti questi orecchini, tatuaggi, capelli tinti, a cosa serve non lo capisco”.

Il cantante in conferenza stampa ha schivato le polemiche legate allo scambio di battute a mezzo stampa con il fratello Liam, con cui cantava negli Oasis, anche lui con un disco da solista in uscita: “Chi se ne importa – ha detto – è ‘fucking crazy’, lui sembra molto arrabbiato, nessuno sa perchè ma se lo scoprite prima di me ditemelo. Credo che abbia bisogno di terapia psicologica”.

Tra i momenti più belli e intensi della sua carriera Noel ha citato il concerto per la riapertura della Manchester Arena dopo gli attentati che hanno colpito la sua città: “È stata una notte strana, con una sensazione pazzesca: una metà di te pensa che sia incredibile e l’altra che quella notte non avrebbe mai dovuto esserci. Quando fai ‘Don’t look back in anger’ e tutti cantano con te, come cantautore vivi per questi momenti, è l’emozione più bella. È triste che sia stato organizzato un concerto per ricordare l’accaduto ma penso che quel tipo di show abbia reso orgogliose le vittime”.

Arrivato al traguardo dei 50 anni Noel Gallagher si sente più a suo agio che mai come artista, come “su una chaise longue di velluto”, nessun problema con l’età anzi: “Alcuni credono che arrivati ad una certa età si vada avanti a fare quello che si è sempre fatto ed invecchiare con grazia, secondo me non si deve prendere il passato, buttarlo e ricominciare da capo ma con David Holmes ho scoperto uno spirito di avventura che non sapevo di avere” ha detto. E poi, ha concluso, “la vita è troppo breve per ripetersi, io penso che ogni disco e tour sia sempre l’ultimo, ma se questo lo sarà sono molto orgoglioso”.