Dal 24 ottobre alla Scala c’è “Nabucco”: posti quasi esauriti

Con Leo Nucci, diretto da Nello Santi e regia di Daniele Abbado

OTT 20, 2017 -

Milano, 20 ott. (askanews) – Dal 24 ottobre al 19 novembre al Teatro alla Scala di Milano va in scena il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, con la direzione di Nello Santi e la regia di Daniele Abbado: cinque delle otto rappresentazioni registrano già il tutto esaurito, mentre per le altre restano in tutto 90 posti. Intorno al 75enne baritono Leo Nucci protagonista, nel cast ci sono Martina Serafin (24, 27, 31 ott.; 4 nov.) e Anna Pirozzi (7, 11, 16, 19 nov.) al suo secondo titolo verdiano alla Scala dopo “I due Foscari” nella parte di Abigaille, mentre come Ismaele torna Stefano La Colla, ascoltato come Calaf nella “Turandot” di apertura del semestre di Expo diretta da Riccardo Chailly. Zaccaria è il basso Mikhail Petrenko e Fenena Annalisa Stroppa, applauditissima Suzuki lo scorso 7 dicembre.

Unanimemente considerato un punto di riferimento per il repertorio italiano, Nello Santi è strettamente legato a Nabucco, di cui è tra gli interpreti più accreditati. La sua lettura suscita un’attesa ancora più viva dopo il grande successo delle recite de “La traviata” con Anna Netrebko lo scorso febbraio. L’86enne direttore veneto tornerà sul podio nel maggio 2018 per la ripresa di “Aida” nello storico allestimento firmato nel 1963 da Franco Zeffirelli per la regia e da Lila de Nobili per scene e costumi.

Lo spettacolo realizzato da Daniele Abbado nel 2013, con le scene e i costumi di Alison Chitty, è una coproduzione con il Covent Garden di Londra, la Lyric Opera di Chicago e il Liceu di Barcellona. La scena si apre in un luogo sacro senza tempo, un cimitero ebraico che viene profanato dall’invasore babilonese costringendo gli ebrei ad abitare il deserto, un evocativo spazio vuoto caratterizzato da scarni elementi simbolici (sabbia, fuoco) e animato dal fondamentale apporto dei video firmati da Luca Scarzella. Una lettura che tiene conto delle implicazioni che quest’opera dai forti connotati politici assume dopo le tragedie del Novecento ma evidenzia soprattutto la riflessione universale sul tema dello sradicamento e dell’esilio.