Al Roland Garros la tecnologia spaziale per riciclare l’acqua

Sviluppata in origine da Esa, ora usata nelle docce dei tennisti

OTT 7, 2020 -

Roma, 7 ott. (askanews) – La tecnologia spaziale è al centro degli Open di Francia. Le docce dei tennisti allo stadio Roland Garros vicino a Parigi riciclano l’acqua utilizzata per lavare i servizi igienici degli spogliatoi, sfruttando la tecnologia originariamente sviluppata dall’Agenzia spaziale europea per gli astronauti in missioni spaziali di lunga durata e impiegata operativamente in Antartide negli ultimi 15 anni.

Dall’inizio del torneo di tennis il 20 settembre, ogni giocatore che fa la doccia al campo di allenamento del Roland Garros aiuta a preservare l’acqua potabile. Grazie ad un sistema di riciclaggio installato dalla società FGWRS, – spiega l’ESA – l’acqua della doccia viene poi riutilizzata per lo sciacquone dei wc, risparmiando così l’acqua potabile normalmente impiegata a tale scopo. È la prima volta che un sistema del genere viene installato in Francia, a farlo la società specializzata GL Events Live Sports and Entertainment come mezzo per ridurre gli sprechi energetici e idrici nelle proprie strutture, e consentito attraverso un’apposita autorizzazione prefettizia. Il sistema di riciclaggio usato quest’anno agli Open di Francia sarà utilizzto anche nel 2021 e 2022 con i team tecnici che pianificano miglioramenti continui.

Questa tecnologia di riciclaggio dell’acqua deve le sue origini al programma Micro-Ecological Life Support System Alternative (MELiSSA) di 11 nazioni guidato dall’ESA , che negli ultimi 30 anni ha sviluppato sistemi avanzati di supporto vitale e riciclaggio per missioni spaziali con equipaggio. “Gli equipaggi della Stazione Spaziale Internazionale di oggi ricevono rifornimenti regolari dalla Terra – spiega Christophe Lasseur della Sezione di strumentazione per il supporto vitale e le scienze fisiche dell’ESA, che supervisiona MELiSSA – ma tali linee di rifornimento diventeranno impraticabili man mano che gli esploratori si avventureranno più lontano nello spazio”. “In alternativa, stiamo sviluppando sistemi di supporto vitale a ciclo chiuso autosufficienti che potrebbero essere inviati nello spazio in futuro, fornendo agli astronauti tutto l’ossigeno, l’acqua e il cibo di cui hanno bisogno. MELiSSA è uno sforzo multi-elemento, con progetti che si svolgono in tutte le università e nelle industrie europee e canadesi. Inoltre ci sono stati numerosi spin-off terrestri dalla tecnologia MELiSSA”.

L’azienda francese FIRMUS di Clermont l’Hérault, focalizzata sul trattamento, purificazione e separazione dell’acqua riciclata e degli effluenti, ha sviluppato un sistema di riciclaggio terrestre basato sull’acqua “grigia”, ovvero l’acqua utilizzata in attività domestiche per il lavaggio. Successivamente la startup con sede a Monaco FGWRS lo ha commercializzato attraverso il sistema da cui prende il nome: Full/Formus Grey Water Recycling System. FGWRS mira alla conservazione delle risorse di acqua potabile riciclando fino all’80% dell’acqua grigia per il riutilizzo per sciacquoni, lavatrici e altre attività domestiche. Negli ultimi 15 anni il sistema ha funzionato ininterrottamente senza guasti tecnici o sanitari alla stazione di ricerca franco-italiana Concordia, arroccata a più di 3 km di altezza nell’entroterra dell’Antartide.

Si prevede che il perfezionamento di un sistema di supporto vitale “rigenerativo” a cui gli esseri umani possano affidare le loro vite richiederà ancora molti anni: MELiSSA è considerato dai membri come uno sforzo di 50 anni, risultando finora in centinaia di documenti accademici, brevetti e spin-off terrestri in settori che vanno dalla preparazione del cibo alla purificazione dell’acqua e alla sicurezza microbica. MELiSSA ha anche incluso più esperimenti orbitali a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. E nel 2009 il programma ha compiuto un importante passo avanti con l’inaugurazione del “MELiSSA Pilot Plant” presso l’ Università Autònoma di Barcellona in Spagna. Questo circuito multi-compartimento ermetico viene utilizzato per caratterizzare e testare diversi processi biologici in combinazione, mantenendo in vita e a proprio agio gli “equipaggi” di ratti per mesi.