Maculopatie, Piovella (Soi): meno burocrazia, più pazienti curati

Al Congresso virtuale Soi, simposio su intravitreali

MAG 30, 2020 -

Milano, 30 mag. (askanews) – Rimboccarsi le maniche per favorire un rilancio delle terapie contro le maculopatie in Italia. Meno burocrazia. Più medici pronti a somministrare le cure. Al Congresso Nazionale organizzato dalla SOI, Società Oftalmologica italiana, dal 29 al 31 maggio 2020, uno dei temi chiave è la somministrazione delle cure per le maculopatie. Per la prima volta la più antica società medico scientifica specialistica italiana celebra il suo Congresso Virtuale con sessioni trasmesse tramite piattaforma digitale, la modalità d’eccellenza per sostenere l’interattività tra i partecipanti. E la problematica delle maculopatie, molto conosciuta, è tra i passaggi chiave.

La maculopatie colpiscono più frequentemente le persone dopo i 65 anni. “Naturalmente noi ci stiamo concentrando sul poter garantire le migliori cure per salvare la vista di questi pazienti – spiega Matteo Piovella, presidente della Soi ad askanews – abbiamo, da questo punto di vista, la necessità di concentrarci e di valutare e garantire l’accesso a queste cure. Purtroppo una situazione organizzativa troppo burocratica oggi riduce la facilità di accesso. In Paesi come la Francia, l’Inghilterra, la Germania si fanno 1 milione di iniezioni ogni anno. In Italia solo 300.000”.

Il 70% in meno di pazienti curati, percentuale “veramente molto impegnativa”. Bisogna aumentare il numero di medici che siano in grado di erogare questa terapia “perché oggi per una burocrazia un po’ troppo antica, limitiamo solo a poche centinaia di oculisti la possibilità di somministrarla. Ricordo che i medici oculisti italiani sono oltre 7000”, aggiunge il presidente della Soi.   “Oltretutto – precisa Piovella – la modulistica di farmacovigilanza non è stata aggiornata. Questi farmaci otto anni fa sono stati sottoposti a controlli intensivi, il che vuol dire compilare un mare di carte. Per fare un’iniezione ci vuole un minuto. Per compilare tutte le carte mezz’ora. I medici oculisti hanno le competenze necessarie: un medico è in grado di somministrare la terapia intravitreale come è in grado di prescrivere un paio di occhiali. Si tratta di pazienti che hanno difficoltà a spostarsi, a volte la famiglia è lontana e non può sostenerli, e devono sottoporsi a decine di controlli ogni anno, magari in un centro abbastanza lontano. Deve diventare tutto più agile, in modo da raggiungere il risultato e raddoppiare il numero di iniezioni nel giro di un paio d’anni”. 

Il tema per la Società oftalmologica italiana è fondante. Soi si è adoperata proprio per cercare di scuotere il sistema che si era un po’ adagiato. Non per combattere qualcosa o qualcuno, ma perché il compito della società è proprio quello di tutelare il diritto alle migliori cure da parte di tutti i pazienti e i cittadini italiani. 

Importante anche un taglio sartoriale delle cure. Ad esempio nelle maculopatie è necessario un ciclo di sette iniezioni all’anno. “Naturalmente il nostro obiettivo è cercare di ridurre la tempistica d’iniezione – conclude Piovella – cioé si parte con tre iniezioni, una al mese, e poi si cerca di allungare l’intervallo tra un’iniezione e l’altra. Proprio per far diventare la terapia sartoriale adeguandola alle singole esigenze. Ogni persona può rispondere alla terapia più o meno positivamente. Ma soprattutto il dato che dobbiamo personalizzare ci obbliga a fare dei controlli più frequenti e quindi dare un’assistenza migliore. Perché solo così siamo sicuri di non arrecare danni e non compiere nessuna azione che non sia che positiva per i nostri pazienti: ricordo che in gioco c’è il poter vedere o non riuscire più a leggere nemmeno il proprio estratto conto bancario”.