Spazio, Thales Alenia Space realizzerà il satellite Nilesat-301

Basato su piattaforma Spacebus 4000-B2, lancio previsto nel 2022

DIC 4, 2019 -

Roma, 4 dic. (askanews) – Thales Alenia Space, Joint Venture Thales (67%) e Leonardo (33%), ha annunciato oggi di aver siglato un contratto con l’operatore egiziano Nilesat per la realizzazione del satellite per telecomunicazioni geostazionario Nilesat-301, aggiudicandosi il contratto su diversi competitori internazionali.

Posizionato al 7° Ovest, Nilesat-301 opererà con Nilesat-201 per fornire servizi a banda Ku al Medio Oriente e al Nord Africa. Nilesat-301 aiuterà inoltre ad ampliare la fornitura di telecomunicazioni a banda Ku e servizi di direct digital broadcasting della società in due nuove ampie regioni dell’Africa, fornendo al contempo connettività a banda Ka su tutto l’Egitto.

Thales Alenia Space, in qualità di prime contractor, sarà responsabile del progetto, della produzione e del test di accettazione in orbita del satellite. Il satellite si basa sulla piattaforma Spacebus 4000-B2 e peserà 4 tonnellate al lancio, che è previsto nel primo trimestre del 2022 ed avrà un’aspettativa di vita superiore ai 15 anni.

Dopo Nilesat-201, Nilesat-301 è il secondo satellite per telecomunicazioni geostazionario realizzato da Thales Alenia Space per Nilesat. È anche il quarto payload sviluppato da Thales Alenia Space per l’operatore egiziano.

“Sono lieto che Nilesat, e il suo Presidente e Amministratore Delegato generale Ahmed Anis, continui a riporre fiducia in noi”, ha dichiarato Jean-Loïc Galle, Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space. “Questo risultato dimostra che la nostra offerta nelle telecomunicazioni risponde perfettamente alle esigenze del mercato di riferimento. Nilesat-301 è il secondo contratto per satelliti per telecomunicazioni che Thales Alenia Space si è aggiudicato in due mesi. Siamo perfettamente in grado di fornire soluzioni su misura per soddisfare i requisiti di ciascun operatore, per ottimizzare la connettività globale e ridurre il divario digitale”.