Da Torino a Silicon Valley, viaggio nella rivoluzione informatica

Dal 19 giugno a Cupertino mostra ideata da Temporary Museum Torino

GIU 13, 2019 -

Roma, 13 giu. (askanews) – Il Temporary Museum Torino, istituzione privata italiana dedicata alla cultura della Rivoluzione Informatica e alla sua divulgazione, sbarca nella Silicon Valley, California. Luogo da cui ebbe inizio quello che i membri dell’HomeBrew Computer Club chiamavano “Computer Liberation”, cioè il movimento che ha cambiato irreversibilmente il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere.

Dal 19 giugno, presso Cupertino Historical Society & Museum, i visitatori faranno un viaggio nella storia dell’informatica: dai Mainframe degli Anni Quaranta – enormi elaboratori elettronici, usati solo da pochi tecnici specializzati – alle nuove frontiere della portabilità, in cui la miniaturizzazione dei componenti ha reso possibile l’informatica personale.

L’approfondimento culturale si intitola “Homage to the Information Technology Revolution” e racconta la storia di visionari e imprenditori che, tra il 1975 e il 1985, trasformarono una rivoluzione tecnologico-digitale nella più grande rivoluzione culturale di tutti i tempi.

Una serie di videointerviste ai protagonisti dell’epoca – tra cui John Sculley, Allan Alcorn, Daniel Kottke, Jack Tramiel, Chuck Peddle, Lee Felsestein e Steve Wozniak – accompagneranno il percorso espositivo attraverso le macchine che hanno fatto la storia della Rivoluzione Informatica.

Tra queste, la Programma 101 (Italia, Olivetti, 1965) e il rarissimo Apple-1 (Usa, Apple, 1976) completo di kit originale: il solo “sopravvissuto” (non ci sono altri esempi conosciuti) che includa la scatola originale spedita dal garage di Los Altos, casa dei genitori di Steve Jobs, la fattura originale in cui compare Steven (Jobs) come venditore, una lettera personale di Mr. Jobs al cliente e una delle prime cassette in linguaggio BASIC senza logo Apple. Per la prima volta nella sua storia, accanto all’Apple-1 sarà esposta anche la cassetta degli attrezzi che Wozniak usò per assemblarlo.

L’approfondimento culturale – ideato da Marco Boglione, fondatore e presidente di BasicNet – è curato da Cecilia Botta per BasicGallery, archivio storico del gruppo industriale torinese, che custodisce una delle più complete collezioni al mondo dei simboli di quei 10 anni (1975-1985) da cui tutto ebbe inizio, e coordinato da Fabrizio Vitagliano, consigliere d’amministrazione della Cupertino Historical Society & Museum Board of Directors, e dall’amministratore delegato Jennifer Furlong.