Al Living planet symposium dell’Esa a Milano nasce GeoHub

Network di open innovation per la salvaguardia dell'ambiente

MAG 14, 2019 -

Milano, 14 mag. (askanews) – Al Living planet symposium dell’Esa, la conferenza mondiale sull’osservazione della Terra dallo Spazio, in corso a Milano fino al 17 maggio 2019, è nato GeoHub, un network di open innovation per la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Telespazio, joint venture tra Leonardo e Thales Alenia Space e le controllate e-GEOS (Asi/Telespazio) e GAF hanno sottoscritto con diversi partner, il manifesto costitutivo del network.

“Mettiamo attorno a un tavolo degli attori di tecnologie complementari, Information Technology, il mondo dei Big data e anche dell’Intelligenza artificiale – ha detto Massimo Claudio Comparini, Ad di eGeos – abbiamo attori del mondo accademico, il Politecnico di Milano, l’Università “La Sapienza” di Roma, il SEELab della Bocconi, imprese innovative e startup e attori dell’Information Technology”.

L’obiettivo di GEOHub è fornire servizi innovativi che trasformino i big data spaziali in applicazioni di facile utilizzo in settori come la gestione delle emergenze, l’agricoltura di precisione, il monitoraggio dell’ambiente e delle infrastrutture, la business intelligence.

“Il mondo dell’osservazione della Terra, sta cambiando rapidamente – ha concluso Comparini – sempre più dobbiamo estrarre informazioni dalle immagini che abbiamo dallo Spazio e quindi la contaminazione con l’Information Technology e il mondo dei Big data è essenziale. Lo scopo è avere una riflessione da un punto di vista tecnico, scientifico e industriale per identificare l’evoluzione dei nostri servizi”.

Investire nello Spazio è un’attività estremamente pagante. Secondo i dati presentati al Symposium, ogni euro speso per le missioni spaziali ne rende alla comunità almeno 4 o addirittura 10, come nel caso del programma Copernicus.

Leonardo, direttamente e attraverso le sue controllate, da anni è particolarmente attiva nel campo dell’osservazione della Terra dallo Spazio per monitorare lo stato di salute del pianeta. In particolare attraverso missioni come Copernicus, CosmoSkyMed, il recente Prisma dell’Asi ed Aeolus che sta dando risultati superiori a quelli sperati, al punto da far pensare, nel prossimo futuro, a una possibile “costellazione” di satelliti laser simili per lo studio dei venti nella parte alta dell’atmosfera.

“Dopo la sfida di Prisma che è una grande prima mondiale e di cui noi di Leonardo siamo molto orgogliosi – ha spiegato Marco Molina, responsabile Ricerca e sviluppo Spazio di Leonardo – anche le prossime missioni che prenderanno la via dello Spazio sono un record assoluto di cui andare fieri come azienda e come Paese; il Lightning imager, sul Meteosat di terza generazione studierà i fulmini da un’orbita geostazionaria a 36mila km di distanza dalla Terra ma anche una sofisticata macchina come 3MI, cioé un polarimetro; un telescopio che studiando la forma delle goccioline delle nuvole, migliorerà le previsioni del tempo, entrerà in funzione nel 2021 sul Metop di seconda generazione. E poi, ancora più avveniristico, nel 2023 Flex dell’Esa sarà la prima macchina al mondo capace di studiare la funzione clorofilliana direttamente dallo Spazio”.