Riscaldamento globale, l’Antartide si scioglie a ritmi mai visti

Studio americano: anche l'area est comincia a preoccupare

GEN 15, 2019 -

Milano, 14 gen. (askanews) – Il riscaldamento globale sta sciogliendo i ghiacci dell’Antartide a ritmi mai visti in precedenza: circa sei volte di più rispetto al 1979, con la conseguenza di un innalzamento del livello dei mari in tutto il mondo. Negli ultimi 40 anni, si legge in un report della rivista americana Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), il livello degli oceani si è innalzato di 1,4 centimetri, ma quello che preoccupa realmente è il passo che questo innalzamento, dovuto allo scioglimento dei ghiacci, sta assumendo e assumerà nel prossimo futuro, con “disastrosi innalzamenti del livello dei mari nei prossimi anni”, ha spiegato Eric Rignot, dell’Università della California, autore dello studio. “Con il continuo scioglimento dei ghiacci dell’Antartide – ha aggiunto lo scienziato – nei prossimi secoli gli oceani si innalzeranno di molti metri”.

Uno degli scenari peggiori immaginati dagli scienziati vede un innalzamento di 1,8 metri nel 2100, il che significherebbe che molte città costiere sarebbero inondate, e con loro milioni di persone perderebbero le proprie case in tutto il mondo. Alcuni dati complessivi sono particolarmente eloquesnti, e spaventosi: se tutto l’Antartide si sciogliesse gli oceani si innalzerebbero di 57 metri. Uno scenario che non è in questo momento all’ordine del giorno, ma che può dare l’idea della posta in gioco.

Lo studio del PNAS si basa sulla più grande indagine sui ghiacci antartici, che ha coperto 18 diverse regioni e si è avvalsa delle immagini degli aerei NASA oltre che delle immagini satellitari di diverse agenzie spaziali. I numeri dicono anche che se tra il 1979 e il 1990 in Antartide si sono persi 40 miliardi di tonnellate di ghiacci in media all’anno, tra il 2009 e il 2017 questo dato è salito fino a 252 miliardi di tonnellate. Ancora più preoccupante il fatto che a essere colpito dal fenomeno dello scioglimento è ora pure l’area Est, finora ritenuta “stabile e immune ai cambiamenti”. In particolare a innescare un nuovo scioglimento in questa area, già avvenuto circa 125mila anni fa, basterebbe un innalzamento della temperatura globale di due gradi centigradi. Evenienza che, negli scenari attuali, è purtroppo tutt’altro che remota.

(Fonte Afp) Lme