Astronomia, domani il Sole più piccolo dell’anno. Siamo all’afelio

La Terra sarà alla massima distanza dalla stella: 152.095.566 Km

LUG 5, 2018 -

Roma, 5 lug. (askanews) – A luglio il Sole picchia forte sul nostro emisfero, eppure proprio in questo mese il nostro pianeta raggiunge l’afelio, cioè il punto della sua orbita ellittica alla massima distanza dal Sole, come dice il nome derivante dalle parole greco antiche apo (lontano) e helios (Sole).

Quest’anno l’istante esatto in cui la Terra sarà nel punto di afelio – a 152.095.566 chilometri dalla sua stella – e il Sole ci apparirà più piccolo in cielo rispetto a qualsiasi altro momento dell’anno, si verificherà domani, venerdì 6 luglio, alle ore 18.47 (ora italiana), con un ritardo di quasi tre giorni rispetto allo scorso anno, in cui raggiungemmo l’afelio lunedì 3 luglio alle 22.11. Come mai questo ritardo?

Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, lo ha chiesto a Sandro Bardelli, astronomo all’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio dell’Inaf di Bologna. “I moti della Terra sono particolarmente complicati. Abbiamo lo spostamento dell’ellisse dell’orbita terrestre, che è circa un giorno ogni 58 anni, dovuto all’influsso dei pianeti maggiori, come Giove e Saturno; poi abbiamo la precessione dell’asse terrestre, e questo è dovuto all’influenza della Luna. In più dobbiamo pensare che il sistema Terra-Luna fa un balletto, ruota, intorno a un centro, che viene chiamato centro di massa. L’effetto netto è che la Terra in realtà non ha un’orbita che è bella lineare, ma è a forma di sinusoide, a forma di serpente. Queste fluttuazioni composte fanno sì che ci siano degli spostamenti della data dell’afelio”.

Dunque la distanza dal Sole non causa le stagioni, sebbene ne influenzi la durata. Del resto, durante l’anno la distanza tra la Terra e il Sole nell’orbita poco eccentrica, quasi circolare del nostro pianeta, varia solo del tre per cento, cioè di circa 5 milioni di chilometri su una distanza media di circa 150 milioni di chilometri.

A causare le stagioni – conclude Media Inaf – è invece l’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre, che durante l’afelio avvicina di più alla nostra stella l’emisfero boreale rispetto a quello australe, dove, infatti, ora è inverno.