Human Technpole diventa adulto e punta a raddoppio fondi statali

Insediato Consiglio di sorveglianza, porte aperte ai privati

GIU 19, 2018 -

Rho-Pero (MI), 19 giu. (askanews) – L’istituto di ricerca sulle scienze della vita Human Technopole, cuore del parco scientifico e tecnologico che sta nascendo nell’area dove si è svolto Expo 2015, è entrato nell’età adulta. Ieri si è infatti riunito per la prima volta il Consiglio di sorveglianza dell’omonima fondazione, presieduto da Marco Simoni, concludendo così la prima fase, gestita dalla struttura di progetto in seno all’Istituto italiano di tecnolgia e dal Comitato di coordinamento. Nel corso della seduta è stato nominato direttore Iain Mattaj, dg dello European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg e vincitore del concorso internazionale indetto a aprile 2017.

Nel frattempo a Palazzo Italia, grazie a una collaborazione con il Politecnico di Milano, è già partito il Center for Analysis, Decisions and Society, uno dei sette centri di ricerca che costituiranno a regime il tecnopolo. Al quarto piano dell’edificio lavorano oggi una trentina di persone, con l’obiettivo di arrivare nel 2024 a 1.500 tra ricercatori e amministrativi. Il tutto grazie ai fondi già stanziati dallo Stato con la Legge di bilancio 2017, anche se l’obiettivo è raddoppiarli, grazie ai bandi europei e contributi privati.

“Prendendo come riferimento centri che esistono già come quello dal quale viene Mattaj – ha detto Simoni – Human Technopole è in grado di raddoppiare la dotazione iniziale di fondi pubblici. Questo può avvenire partecipando a bandi europei e di gradi fondazioni internazionali. Poi qui c’è la particolarità dei soci partecipanti che possono essere fondazioni, soggetti privati o anche singoli filantropi. La condizione è che versino almeno lo 0,5% di quanto versato dallo Stato ogni anno. Ci sono già importanti istituzioni private che hanno manifestato interesse”.

Tre ministeri (Mef, Miur e Ministero della Salute) dovranno avallare l’eventuale partecipazione dei privati che potrà essere meramente filantropica o meno. In ogni caso lo Stato manterrà la golden share sul progetto e i privati, qualora superino complessivamente il 3% dei contributi, potranno indicare non più di un membro del Consiglio di sorveglianza, composto a regime da 12 membri più il presidente. “Nella prossima riunione del Cds decideremo le modalità con cui i privati potranno accedere. La mia ambizione è che i soci partecipanti siano molti. Dipenderà molto dalla reputazione scientifica del centro sulla quale non si può barare” ha concluso Simoni.