Missione spaziale ARIEL selezionata da ESA per il lancio del 2028

Studierà per quattro anni le atmosfere di circa 1000 esopianeti

MAR 20, 2018 -

Roma, 20 mar. (askanews) – ARIEL, acronimo di Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey, è la missione spaziale selezionata oggi 20 marzo dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per studiare le atmosfere dei pianeti che orbitano intorno a stelle distanti, con l’obiettivo di acquisire maggiori informazioni sulla loro formazione ed evoluzione.

A rappresentare la Sapienza, il telescope scientist Enzo Pascale del Dipartimento di Fisica, fra i proponenti della missione. Allo sviluppo hanno partecipato l’INAF, il CNR e l’università di Firenze, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, oltre che scienziati e ingegneri sparsi in più di 50 istituti di ricerca in Gran Bretagna, Francia, Polonia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Danimarca, Irlanda e Germania, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca e Svezia.

ARIEL verrà lanciata nel 2028 e per 4 anni osserverà circa 1000 esopianeti compiendo per la prima volta un censimento sistematico degli elementi chimici e delle condizioni di temperatura e pressione delle loro atmosfere.

Solo negli ultimi 20 anni o poco più, sono stati scoperti più di 3700 pianeti orbitanti intorno a stelle distanti, ovvero gli esopianeti. Salvo che in rare occasioni, questi non possono essere “visti” direttamente, ma se ne deduce l’esistenza dagli effetti che hanno sulla luce del Sole, la stella madre intorno alla quale orbitano.

“Di questi mondi – spiega Enzo Pascale – sappiamo ancora molto poco, troppo poco, al più ne conosciamo i diametri e le densità medie. Quello che serve è studiare di cosa sono fatti, se c’è un’atmosfera, quale ne sia la composizione e misurarne parametri fisici come pressione e temperatura. Ariel farà esattamente questo. Sarà in grado di darci una visione statisticamente rappresentativa di questi mondi alieni: ci permetterà di comprenderne come la chimica sia legata all’ambiente nel quale si trova il pianeta e come la stella madre influisca sui processi di nascita ed evoluzione planetaria”.

Tali acquisizioni sono fondamentali per l’avanzamento delle conoscenze sulla formazione ed evoluzione nel tempo dei pianeti; nonché circa l’unicità del nostro sistema solare nell’universo.

L’occhio di ARIEL è un telescopio di 1 metro di diametro capace di captare la luce visibile e infrarossa proveniente dal sistema solare alieno. Questa luce è scomposta nei suoi costituenti cromatici dai tre spettrometri di bordo in “arcobaleni” dai quali è possibile ricavare la composizione chimica delle atmosfere che questa luce hanno emesso o hanno filtrato. La strumentazione di bordo è completata da tre fotometri in grado di rilevare la presenza di nubi extraterrestri e di puntare ARIEL verso la stella da osservare con grande precisione e stabilità.

Le dimensioni dei pianeti che saranno osservati sono simili a quelle di Giove e Nettuno, ma anche “super-terre”, così chiamate per avere un diametro di poco superiore a quello terrestre. Inoltre, non verranno osservati pianeti nella “zona abitabile”, ma pianeti più caldi, con temperature da 300°C fino a 2000°C, oggetto di grande interesse scientifico. L’alta temperatura fa sì che le loro atmosfere siano ben mescolate. Questo permetterà ad ARIEL di rilevare tutti gli elementi chimici presenti, compresi quelli più pesanti che altrimenti sarebbero nascosti in atmosfere più fredde e stratificate, come per i “nostri” Giove e Nettuno.

“La selezione di ARIEL – conclude Pascale – è una notizia di eccezionale importanza. I pianeti nella nostra Galassia sono tanti e sono ovunque (c’è in media un pianeta per ogni stella) e ARIEL permetterà di mettere il nostro sistema solare in un contesto galattico più grande”.