Pasquali (Telespazio): Space Economy è leva di sviluppo

Il ceo da Space Conference: Italia più forte con legge di sistema

GEN 23, 2018 -

Roma, 23 gen. (askanews) – “A Bruxelles si riconferma il ruolo centrale dello spazio come leva di sviluppo. Con l’elaborazione da parte della Commissione europea di una strategia propria per questo settore, è avvenuto un cambio di paradigma che riconosce a questo comparto il ruolo di leva di sviluppo. La Space economy punta a garantire le infrastrutture necessarie per dare servizi e applicazioni ai cittadini in molti ambiti, dalla difesa all’intelligence, dalle comunicazioni alle emergenze, dall’ambiente all’agricoltura. E offre alla componente industriale un’opportunità di ulteriore sviluppo e competitività”.

Così Luigi Pasquali, ceo di Telespazio – joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%) – e coordinatore delle attività spaziali di Leonardo, raggiunto telefonicamente da askanews a Bruxelles dove partecipa alla decima edizione della Conferenza Spaziale Europea, che si è aperta oggi, dove si discute del futuro della strategia spaziale europea e del contributo crescente che, con adeguati finanziamenti, può dare alle principali priorità dell’Ue guardando sempre più a cittadini, società ed economia. E che non a caso si intitola “Più Spazio per più Europa”.

Lo spazio dunque come leva di sviluppo e come via per garantire l’indipendenza dell’Ue. Un programma come Galileo, osserva Pasquali, “garantisce l’indipendenza strategica dell’Ue” da sistemi come il Gps, e “lo sviluppo dei lanciatori europei Ariane e Vega consente all’Europa un accesso indipendente allo spazio”. Programmi nei quali Leonardo ha un ruolo importante, avendo sviluppato nel tempo tecnologie sempre più innovative e rispondenti alle esigenze delle nuove sfide del settore. L’Italia ha un tessuto industriale completo, che copre tutta la filiera di settore: dalla realizzazione dei sistemi ai satelliti, alle infrastrutture di terra, ai lanciatori, allo sviluppo delle applicazioni, quel downstream a cui si guarda sempre di più per avvicinare lo spazio alle necessità terrestri.

Sul fronte dei finanziamenti, “se vogliamo mantenere all’Europa un ruolo centrale”, osserva Pasquali “ci si attende che sia mantenuto il budget per i grandi progetti, come ad esempio Galileo e Copernicus, ma che ci siano risorse adeguate anche per l’innovazione” voci che, già oggi, attivano un budget complessivo di circa 20 mld. Quanto al prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione (FP9), che coprirà il periodo dal 2021 al 2017, ci si aspetta quanto meno una conferma di quanto destinato alla componente spaziale da Horizon 2020, circa 1,5 mld di euro nei 7 anni, “se non qualcosa di più”.

Il nostro Paese, sia con l’Agenzia spaziale italiana che con l’industria di settore guidata da Leonardo nelle sue diverse articolazioni e specialità, gode ormai di un prestigio consolidato e guarda quindi con estremo interesse alle prossime sfide. Potendo contare anche su una nuova governance del settore disegnata dalle legge approvata a fine dicembre. Una legge a cui, dice Pasquali, “abbiamo sempre guardato con grande favore, che rende strutturale il modello inaugurato qualche anno fa della cabina di regia di palazzo Chigi, che punta a rendere coerenti gli sforzi di tutti i dicasteri interessati e delle Regioni. Aggrega la domanda e offre la capacità di fruire in modo organizzato delle risorse disponibili”.