Astrofisica, Sissa entra nel progetto del Simons Observatory

Nuovo telescopio per studiare le onde gravitazionali primordiali

MAR 22, 2017 -

Roma, 22 mar. (askanews) – Nella sconfinata area arida di Atacama, in Cile, un nuovo telescopio studierà l’origine del nostro Universo. Si tratta del Simons Observatory, progetto internazionale per lo studio delle onde gravitazionali primordiali originatesi nei primi istanti successivi al Big Bang, che vede coinvolta anche l’Italia con il gruppo di ricerca capitanato da Carlo Baccigalupi e Francesca Perrotta della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa).

A loro il compito di studiare e rimuovere i “contaminanti del segnale”, emissioni che interferiscono con l’analisi e lo studio delle onde gravitazionali (descritte come distorsioni della curvatura dello spaziotempo che si propagano come un’onda)primordiali. “Studiare e misurare queste onde, originatesi pochissimi istanti dopo il Big Bang, significa avvicinarsi sempre di più al momento zero, quando tutto l’Universo ebbe inizio”. Così i cosmologi Baccigalupi e Perrotta spiegano l’importanza della ricerca che li vedrà coinvolti in un progetto internazionale finanziato dalla Simons Foundation e dalla Heising-Simons Foundation. “Si tratta di uno dei grandi temi nel campo dell’astrofisica e della cosmologia, su cui molto si sta lavorando e che, periodicamente, grazie anche a progressi ottenuti con la sonda Planck, fornisce nuove importanti pubblicazioni scientifiche. Il Simons Observatory, per la cui costruzione sono stati stanziati 40 milioni euro, darà un grande contributo in questo senso” continuano i ricercatori.

La costruzione di questo nuovo grande telescopio dovrebbe iniziare nel 2018, mentre le prime osservazioni sono previste per la fine di questo decennio. Intanto, nell’estate di quest’anno tutti i gruppi di ricerca coinvolti si ritroveranno in California per decidere le caratteristiche tecniche della raffinatissima strumentazione.

In una collaborazione che unisce Stati Uniti, Giappone e Europa, la Sissa, per ora unico partner italiano, avrà una posizione di assoluto prestigio. Raccontano Baccigalupi e Perrotta: “Con il nostro gruppo di ricerca, composto anche da Davide Poletti, Nicoletta Krachmalnicoff e Giuseppe Puglisi, in collaborazione con l’Imperial College di Londra, studieremo i contaminanti del segnale, ossia quelle emissioni che provengono dalla nostra galassia, come polveri o gas, che disturbano l’analisi delle onde primordiali. Ciò che faremo è cercare di misurare il segnale inquinante e di rimuoverlo attraverso dei modelli matematici”. Uno studio che, per il gruppo triestino, si colloca in un percorso di ricerca già consolidato. Indagando proprio questo ambito di studio, l’equipe Sissa – si sottolinea – è infatti tra i protagonisti di RadioForegrounds, progetto inserito nel programma quadro Horizon 2020 della Commissione europea e di cui Francesca Perrotta è la responsabile italiana. Nel deserto di Atacama, esteso più di 100.000 km2 e considerato tra le zone più aride del pianeta, si stanno svolgendo già degli esperimenti, effettuati con telescopi lì presenti. Come quello utilizzato nel progetto POLARBEAR, in cui gli scienziati della Sissa sono attivamente coinvolti, che, a 5200 chilometri di altitudine, studia la radiazione di fondo cosmica. Nella stessa zona, sono già in costruzione altri due telescopi in un progetto chiamato “Simons Array” a cui si aggiungerà ora quello, più grande, del Simons Observatory.