Istituto Mario Negri: al via ricerca su stadio 1 tumore ovarico

Progetto innovativo finanziato dalla Roche

MAR 15, 2017 -

Milano, 15 mar. (askanews) – Un progetto riguardante lo studio del tumore dell’ovaio allo stadio 1 presentato dal Dipartimento Oncologia dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ è risultato tra gli otto vincitori della prima edizione del bando “Roche per la ricerca Scientifica indipendente”. Lo studio si aggiudica così un finanziamento da 100 mila euro per essere portato avanti.

Lo stadio 1 del tumore dell’ovaio è una patologia rara e per questo poco studiata. Il progetto ha come presupposto i risultati della precedente collaborazione tra diverse istituzioni di ricerca (Istituto “Mario Negri”, Università di Padova) e cliniche (Università di Milano-Bicocca, Ospedali Civili di Brescia e Città della Salute di Torino) che ha consentito di individuare, su un casistica unica di oltre 200 casi di biopsie congelate di pazienti con diagnosi di tumore dell’ovaio stadio 1, una firma molecolare integrata di geni e loro regolatori (miRNA), funzionalmente correlati tra di loro.

Studi retrospettivi hanno dimostrato che questa firma molecolare (Integrated Signature Classifier, ISC) è uno strumento prognostico in grado di migliorare le capacità di predire il rischio che una paziente possa recidivare dopo intervento. Questa firma molecolare, rappresenta il primo passo per razionalizzare le scelte terapeutiche in pazienti con diagnosi di tumore dell’ovaio stadio 1.

“I risultati ottenuti fino ad ora dal nostro gruppo multidisciplinare – spiega Sergio Marchini, ricercatore dell’Istituto Mario Negri che ha coordinato il team che ha individuato l’innovativo procedimento di classificazione e proponente del progetto – ci hanno permesso di individuare una firma molecolare dei tumori aggressivi, che consiste in un network di dieci geni e sedici microRna che si coordinano per peggiorare la prognosi. Non possiamo, dunque, più soffermarci sul ruolo del singolo gene o della singola proteina. Per far questo è sempre più necessario un lavoro di squadra e multidisciplinare, in cui figure professionali diverse (medico, chirurgo, anatomopatologo, biologo e biostatistico) collaborano e mettono insieme le proprie risorse, esperienze e professionalità. Adesso l’obiettivo è validare il test della firma molecolare su circa 400 pazienti per poterlo utilizzare ovunque e sapere fin dalla diagnosi, se il tumore è aggressivo, e quindi se si deve trattare con farmaci più potenti, o se è più benigno, per risparmiare chemioterapici dannosi per la fertilità”.

“Siamo davvero soddisfatti per i risultati della prima edizione di ‘Roche per la Ricerca’. Come Roche abbiamo fatto una scelta coraggiosa decidendo di impegnare risorse importanti per stimolare e finanziare la ricerca indipendente ed ora possiamo dire che la qualità dei progetti vincitori della prima edizione è andata al di là di ogni nostra aspettativa – afferma Maurizio de Cicco, residente e amministratore delegato Roche – Speriamo che grazie al finanziamento possano emergere risultati importanti per il sistema salute”.