La missione “Vita” di Nespoli slitta ma potrebbe durare 8 mesi

L'astronauta a Torino per presentare il suo "cibo spaziale"

FEB 16, 2017 -

Torino, 16 feb. (askanews) – Slitta la missione spaziale Vita dell’Asi con l’astronauta italiano dell’Esa, Paolo Nespoli e il rinvio potrebbe influire anche sulla durata della missione, accorciandola o allungandola fino a 8 mesi. Il lancio sarebbe dovuto avvenire il 29 maggio 2017 ma, dopo l’incidente al cargo russo Progress del dicembre 2016, è stato rimandato a data da destinarsi.

“Ci sono dei veicoli che dovranno volare prima di noi – ha detto l’astronauta – e quindi è inutile che decidono una data per noi quando non sanno cosa succederà coi veicoli prima di noi. Voleranno questi veicoli, alcuni a febbraio altri ad aprile, e poi si deciderà la data con esattezza, immagino che voleremo a metà estate”.

Nespoli, intanto prosegue il suo training. Il 15 febbraio è stato nei laboratori Argotec di Torino per prendere confidenza con alcuni degli esperimenti che troverà sull’Iss, tra cui “Arte”, per l’utilizzo di liquidi non tossici in sistemi di raffreddamento spaziali e la famosa macchinetta da caffé spaziale “ISSpresso”.

La tappa torinese è servita, però, anche a parlare del “bonus food” che Nespoli porterà sulla Stazione spaziale. Per lui, da buon milanese, riso in giallo ma anche lasagane e barrette di frutta e cereali, salutari anche in microgravità che mette a dura prova il fisico umano.

“Nello Spazio il corpo è soggetto a tutta una serie di effetti esterni complessi – ha spiegato – per cui un’alimentazione corretta ha ancora più necessità di essere ‘corretta’ per fare in modo di dare a questa ‘macchina’ il modo migliore per funzionare”.

Lo “space food”, per aiutare davvero gli astronauti che vivono per mesi in assenza di peso, dev’essere un mix di gusto e nutrienti, frutto di analisi molto accurate.

“La Nasa, ad esempio ha fatto degli studi molto raffinati – ha spiegato il nutrizionista Andrea Pezzana – ha definito in modo molto preciso quello che è il bisogno di calorie, di proteine ma per far sì che non sia un puro calcolo teorico ma sia davvero quello che copre il fabbisogno dell’astronauta la prima necessità è che sia davvero buono”.

“Con Samantha Cristoforetti – ha aggiunto lo “chef spaziale Stefano Polato – abbiamo fatto il vero e proprio salto di qualità, producendo cibi funzionali e utili per permettere all’astronauta di sopportare al meglio la missione. Con Paolo Nespoli, abbiamo coniugato questi due concetti: per esempio una lasagna non solo appagante del gusto ma che desse anche all’astronauta quei nutrienti quei danni a cui va incontro durante la sua missione”.