Appello di Meloni ad abbassare i toni. Ma per il Pd parla da capo partito

La premier dice no a dimissioni Delmastro-Donzelli. I dem: "Così riattizza il fuoco"

FEB 4, 2023 -

Roma, 4 feb. (askanews) – Dopo le critiche delle opposizioni e dei media di “reticenza” sulle polemiche innescate dalle accuse lanciate al Pd dagli esponenti di Fdi Delmastro e Donzelli per la visita all’anarchico recluso Alfredo Cospito, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sceglie una lettera al direttore del Corriere della Sera per onorare l’impegno, promesso ieri da Berlino, di rispondere sul tema. Meloni premette di “non essere intervenuta finora” per “non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente. I toni – dice Meloni – si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso. Tuttavia – sottolinea Meloni mettendo subito in chiaro quale sarà la sua linea -, non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni” di Delmastro e Donzelli. Meloni afferma di trovare “singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva” e “paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Pd, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno”. “Quello che colpisce me, ancora più di quella visita – è, di fatto, la dura accusa rivolta al Pd dalla premier -, è che dopo aver preso atto dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata”. Ma, secondo Meloni, il vero punto della questione “è un altro: mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando”. Da qui l’appello che la premier rivolge “a tutti, politici, giornalisti, opinionisti. Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un’escalation che può portarci ovunque”. Visto il rilancio dell’accusa, l’appello di Meloni cade sostanzialmente nel vuoto, eccezion fatta per una nota di Fdi in cui i presidenti dei gruppi alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, “promettono da subito di abbassare i toni ritenendo doveroso favorire la collaborazione fra i partiti”. Il Pd risponde alla lettera della presidente del Consiglio con una nota firmata dal segretario, Enrico Letta, e dalle capogruppo di Senato e alla Camera, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, definendo quelle di Meloni “le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l’indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l’opposizione”. Parole, sottolineano i dem, “che riattizzano il fuoco invece di spegnerlo”. “Riteniamo davvero molto grave – spiegano i vertici del Pd – che la Presidente del Consiglio non consideri la diffusione di documenti dichiarati dal Dap non divulgabili come una ragione per le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, Delmastro. E riteniamo altrettanto grave che non senta il dovere di prendere le distanze dall’uso diffamatorio verso il Pd che il coordinatore del suo partito, nonché vice presidente del Copasir, Donzelli, ha fatto di quelle notizie riservate”. Per il Pd, dunque, “non è a noi che va rivolto l’appello” alla responsabilità “ma a Fdi, di cui lei è leader e presidente, che ha infranto con accuse diffamanti e calunniose questa unità politica proprio in uno dei momenti parlamentari più importanti, il voto per l’istituzione della Commissione Antimafia”. Sul caso Cospito il Pd incassa l’appoggio del M5s. “Raccogliamo in toto” l’appello della Meloni ad abbassare i toni, perché “ci deve essere unità nazionale contro le intimidazioni e le minacce eversive”, dice il presidente Giuseppe Conte nel corso di un punto stampa a Santa Palomba, “però la Meloni – affonda Conte – deve dimostare di non essere leader di partito ma dimostrare di aver capito di sedere nella posizione di Presidente del Consiglio e deve tutelare gli interessi alla sicurezza di tutti i cittadini”. Per questo, sottolinea il presidente del M5s, Meloni “deve imporre ai suoi due fedelissimi del partito di dimettersi, perchè quelle due persone hanno sbagliato”. Delmastro e Donzelli, prosegue Conte senza citarli esplicitamente, “hanno sbagliato, hanno raccolto informazioni sensibili, non segrete ma riservate e non divulgabili, e le hanno utilizzate per aggredire una forza di opposizione per fini di mera lotta politica”. “Cara presidente Meloni, sei il presidente del Consiglio, devi fare gli interessi dello Stato italiano e dei cittadini prima degli interessi da leader del tuo partito”, sentenzia Conte. La sintesi perfetta della giornata la offre in un Tweet il senatore del Pd ed ex direttore del Fmi Carlo Cottarelli: “Meloni dice di abbassare i toni. Poi però accusa il Pd di ‘fingere di non comprendere’ le implicazioni che chiedere clemenza per Cospito avrebbe per la lotta alla mafia. Quindi, se finge, il Pd intende aiutare la mafia. Per fortuna che voleva abbassare i toni”…