Centrodestra candida Berlusconi, ma bisogna verificare i numeri

Si insedierà un tavolo per valutazione "oggettiva"

GEN 15, 2022 -

Quirinale Roma, 15 gen. (askanews) – Ancora nessun numero, ancora nessuna lista di grandi elettori che possano allargare il perimetro di centrodestra, ancora nessuna candidatura ufficiale, ma il nome di Silvio Berlusconi ora viene indicato da tutto il centrodestra: a condizione che ci siano numeri “oggettivi” per provare la scalata al Colle. Con l’invito a sciogliere la riserva, auspicabilmente in tempi rapidi. Nella partita a scacchi tra il Cavaliere e il resto del centrodestra, il vertice di oggi finisce forse in pareggio: l’ex premier ottiene un riconoscimento formale; gli alleati incalzano sui tempi, provando a sbloccare l’impasse magari prima dell’avvio delle votazioni, magari già al vertice previsto la prossima settimana. Alla riunione di oggi, racconta uno dei presenti, Berlusconi, invece di dare i numeri e sciogliere la riserva, ha continuato a prendere tempo, chiedendo di dimostrare lealtà a lui e alla coalizione. Una lealtà che a quel punto gli alleati hanno messo nero su bianco, indicandolo nei termini poi trascritti nel comunicato congiunto: “Figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’Alta Carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”. E poi la richiesta di “sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta”. Berlusconi avrà quindi un’altra settimana per provare a tessere la sua tela, per allungare la lista dei suoi grandi elettori. Ma insieme a lui, questo lavoro vogliono farlo anche gli altri partiti: verrà istituito un tavolo con i rappresentanti di tutte le componenti, e insieme si verificherà se davvero l’ambizione del Cavaliere ha qualche chance. Lì si valuteranno “in forma oggettiva e non soggettiva”, precisano da Fdi, le possibilità di successo di Berlusconi: “Vogliamo che sia il presidente, non il candidato. Il candidato bocciato famale a lui e fa male a noi”. Cosa succederà nel caso in cui la verifica dovesse dare esito negativo, è la vera incognita: Berlusconi farà subito il passo di lato? O continuerà a tergiversare? Il piano degli azzurri prevede l’attesa fino alla quarta votazione, gli alleati al contrario scalpitano, e non sono un mistero gli incontri per il piano B. Ma l’unità della coalizione – fondamentale per chi abbia ambizioni alle prossime elezioni – non consente strappi. E intanto richiede un giuramento di fedeltà al maggioritario, richiesto da Giorgia Meloni, cui Coraggio Italia si è però sottratta. Lme