Domani nuovo Dpcm, confronto nel governo su chiusure e coprifuoco

In vista stretta su movida, si valuta DAD per scuole superiori

OTT 17, 2020 -

Roma, 17 ott. (askanews) – Ancora un giorno di riflessione per trovare un equilibrio tra la necessità di rallentare la corsa dei contagi e quella di non bloccare le attività socio-economiche. Dopo il vertice di ieri sera, oggi è stata una nuova giornata di incontri in vista della firma del nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte siglerà domani, perchè entri in vigore da lunedì.

Questa mattina i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza hanno incontrato le Regioni. Poi, nel pomeriggio, il titolare della Salute ha fatto il punto con gli esperti del Comitato tecnico scientifico, prima di un nuovo vertice tra il premier e i capi delegazione dei partiti.

Se è ormai opinione comune che bisogna intervenire prima che la situazione sfugga di mano, il problema è che nel governo non c’è unità di vedute sulle misure da prendere. Conte, inizialmente, aveva scelto la strada della prudenza, determinato a evitare altri lockdown, anche parziali, ma il pressing delle Regioni e dell’area ‘rigorista’ dell’esecutivo, a partire dal Pd e da Leu, lo ha convinto a intervenire in maniera decisa, proprio per non dover arrivare a ‘paralizzare’ il Paese.

Il punto fermo, ha spiegato Speranza, è la tutela del lavoro e della scuola. Per questo gli istituti resteranno aperti, ma viene valutato l’incremento della didattica a distanza alle superiori, come anche degli ingressi a orari differenziati.

Sul ‘coprifuoco’ (alle 22 o le 23) non c’è accordo. Speranza, parlando con i governatori, ha sottolineato la necessità di “una stretta sugli orari serali per evitare assembramenti” e limitare la movida. Ma anche di procedere a un “irrigidimento delle misure” per le “attività non essenziali”, che potrebbero essere anche quelle sportive dilettantistiche. Una ipotesi su cui Italia viva si mette di traverso, chiedendo di evitare “forzature”. “Per chi ha investito per sanificare chiudere oggi sarebbe un colpo mortale. Vale ovviamente per tutti, dai teatri ai ristoranti, dai negozi alle librerie”, dice la capogruppo alla Camera Maria Elena Boschi. Scettico, sulle chiusure, anche il M5s che chiede invece, con il capo politico Vito Crimi, di rendere “obbligatoria” la app Immuni per incrementare il tracciamento.

Nessuno è contrario, invece, sulla necessità di incrementare lo smart working, che per i dipendenti pubblici potrebbe arrivare al 75%. Un modo per alleggerire i trasporti pubblici (con la ministra Paola De Micheli messa sotto attacco dai pentastellati). Da parte sua il governo è pronto, ha assicurato Boccia, a sostenere le Regioni nell’ampliamento della rete di terapie intensive e a riattivare la task force dei medici volontari.

Conte, stasera impegnato a chiudere Dpb e manovra, lavorerà anche domani per cercare un compromesso prima di firmare il decreto e poi, annuncia Palazzo Chigi, terrà una conferenza stampa, per dare agli italiani le “comunicazioni ufficiali” ed evitare di “alimentare confusione”.