Pera: Salvini sta cambiando pelle, cerca patrimonio di FI

Lega unico partito con terreno fertile per nuova classe dirigente

OTT 9, 2020 -

Roma, 9 ott. (askanews) – «Credo che Salvini abbia compreso che sia il momento di appropriarsi almeno di una parte di quel che era il patrimonio di Forza Italia, patrimonio di idee che non erano da buttare”. Lo ha detto in un colloquio con La Stampa l’ex presidente del Senato ed ex Forza Italia Marcello Pera sottolineando che “purtroppo Forza Italia sta morendo – e questo mi addolora – e invece la Lega sta cambiando pelle. Proprio come fece Forza Italia alla fine degli anni Novanta, quando Berlusconi, tra discussioni interne, ebbe un colpo di genio e decise di aderire al Ppe».

Pera ha chiarito che “qui non si tratta di comprarsi senatori o parlamentari di Forza Italia, peraltro impresa facile perché costano poco adesso! Ma le idee, le nostre idee di allora non sono tramontate».

Sull’atteggiamento tenuto da Salvini in questi ultimi anni l’ex presidente del Senato ha sostenuto che “in certe occasioni le paure vanno sopite più che assecondate. Anche perché del Covid hanno paura tutti, chi è di destra e chi è di sinistra. È sbagliato soffiarci sopra e sarebbe semmai il caso di dire: signori qui c’è un virus che purtroppo è difficile da contrastare, ci è capitato addosso».

A Pera sembra che “la Lega sia l’unica forza politica nella quale ci sia un terreno fertile sul quale provare a coltivare una nuova classe dirigente». E riguardo al programma politico che la Lega potrebbe far suo l’ex azzurro ha rilevato che “noi di Forza Italia i progetti li avevamo: la riforma della Costituzione, la giustizia, in Europa stavamo con gli euroscettici, ma stavamo dentro l’Europa. Battersi contro può servire a intercettare dei facinorosi – ha avvertito – ma non a governare. Siamo sovranisti perché vogliamo che la sovranità si affermi in maniera democratica».

Salvini invoca la rivoluzione liberale, vecchio cavallo di battaglia di Berlusconi, ma con l’epidemia, ha sostenuto Pera, “ora è più difficile perché ci stiamo abituando all’assistenza. Ma ma attenti ad abituarsi al sussidio europeo; quello va sinché i sussidianti hanno interesse a darcelo. Un giorno finirà e se gli altri usciranno meglio di noi, saremo buggerati. A quel punto le condizionalità saranno obiettive. Ci chiederanno: come vi siete aiutati? Se l’Italia deve rinascere, facciamola rinascere più liberale».