L’allarme delle Rsa lombarde: dopo Covid condannati a chiudere?

Servizi a rischio, taglio occupazione, aumento costi per famiglie

SET 25, 2020 -

Milano, 25 set. (askanews) – Le associazioni del comparto sociosanitario lombardo lanciano l’allarme: “Se da Governo e Regione non avremo risposte finiremo in ginocchio”. Dopo i mesi in prima linea contro la pandemia si preannuncia un autunno caldo per Rsa, e non solo, che chiedono a Regione e Governo risorse per continuare a garantire i servizi: se queste risorse non arriveranno le strutture “saranno dolorosamente costrette a scegliere se cessare o limitare le proprie prestazioni con ricadute sugli anziani, le persone con disabilità e le loro famiglie. Proprio alla vigilia di una possibile seconda ondata di Covid19”, si legge in una nota.   AGeSpi (Antonio Monteleone), Aiop (Guerrino Nicchio), ACI Welfare Lombardia (Valeria Negrini), Anaste (Stefania Repinto), Anffas Lombardia, (Emilio Rota), Arlea (Walter Montini e Chiara Benini), Uneba Lombardia (Luca Degani e Marco Petrillo) hanno illustrato oggi in conferenza stampa nella sede di ConfCooperative Lombardia le principali criticità. A partire dal lockdown RSA, RSD (Residenze sanitarie assistenziali per disabili), le realtà impegnate nell’Assistenza Domiciliare Integrata e in tutti gli altri servizi sociosanitari che si dedicano a favore di persone con problemi di dipendenza, di salute mentale o a minori in difficoltà, sono state travolte dalla crisi: blocco dell’accoglienza nuovi ospiti, aumento delle spese di assistenza, diminuzione entrate e ora rischio chiusura. Uno scenario “drammatico, per un lavoro di assoluta rilevanza sociale, che coinvolge centinaia di realtà: una rete di cura, di assistenza, di promozione della salute capillare, pilastro del sistema di welfare della Lombardia. Le conseguenze – prosegue il comunicato – sono facili da immaginare: taglio dei servizi ai più fragili, perdita di posti di lavoro, aumento dei costi a carico delle famiglie”.   Un’analisi effettuata nel territorio dell’Ats di Brescia su un campione di 42 Rsa, per un totale di 3.655 posti letto, ha evidenziato che nel periodo marzo-maggio dell’occupazione media si è assestata all’80% con un minimo del 58% e un massimo del 100%. Le strutture medio grandi sono quelle che maggiormente hanno subito un decremento dei posti letto quantificabile in 22,63 euro al giorno per posto letto nei tre mesi del lockdown.   Il deficit per le Rsa lombarde nei mesi del lockdown è stato di circa 180 milioni ed è destinato a crescere nel secondo semestre, anche se in misura inferiore, a seguito di: incremento dei costi dei dispositivi di protezione individuale (dpi); minori ricavi generati dal contingentamento degli ingressi e dalle doverose procedure di isolamento precauzionale preventivo.   Un esempio per tutti il costo dei guanti che rappresentano per il settore socio sanitario un dispositivo che prescinde dall’emergenza. Il costo di una scatola di 100 guanti è passato da una media di 1,80 euro a circa 8 euro: un aumento di quasi il 450%. Per un utilizzo di 16 guanti al giorno a posto letto, significa, solo per i guanti, un aumento di 1 euro a posto letto al giorno. Quindi, per il solo secondo semestre del 2020, 12 milioni di euro di spesa in più per il settore delle Rsa in Lombardia.