Sondaggista Vento: referendum non è rimasto per addetti ai lavori

Il precedente: "Renzi sbagliò nel 2016, elettori votarono sul Governo"

SET 21, 2020 -

Roma, 21 set. (askanews) – “Il referendum sul taglio dei parlamentari non è rimasto un quesito per gli addetti ai lavori”. Ad esprimere questa convinzione, in una intervista a Repubblica, è Pietro Vento, sondaggista e direttore di Demopolis.

“Ad un primo sguardo sui dati delle 19, l’effetto Covid sul voto – spiega – si avverte, ma in dimensione inferiore rispetto ai timori della vigilia. E’ piuttosto complesso confrontare, in termini di previsione finale, il 30 per cento delle 19 di questa competizione elettorale con i precedenti degli ultimi anni, nelle quali era possibile votare in una giornata unica, la sola domenica sino alle 23”.

Anche se inferiore al precedente del 2016 (nel referendum sula riforma voluta dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi), secondo il sondaggista si tratta di un risultato di partecipazione tutt’altro che modesto: “Sempre soffermandoci sui dati a disposizione, la partecipazione a questo referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari appare comunque significativa: non è rimasta limitata agli ‘addetti ai lavori'”. Anche se, ammette Vento, “è vero, l’affluenza del 30 per cento è ben lontana (-26 punti) dal dato analogo rilevato alle 19 nel dicembre 2016, in occasione del precedente referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi. Allora votò il 56% degli italiani che divenne poi 68% alle 23. L’errore politico di Renzi fu quello di tramutare quel referendum in un voto sul governo. Ma proprio per questo gli elettori andarono a votare, lasciando il merito del quesito in secondo piano”.