Il premier Conte sulle “pulsioni antiscientifiche”

La riflessione del premier

SET 6, 2020 -

Roma, 6 set. (askanews) – Se l’emergenza Covid ha reso “l’opinione pubblica più attenta, più sensibile alla complessità dei rapporti tra la scienza e la società e la politica”, è anche vero che spesso “il dubbio della scienza” è stato visto “come segnale di debolezza, non di maturità”, portando a “disillusione” o, nei casi peggiori, a “vere e proprie pulsioni antiscientifiche, che a loro volta si riflettono contro quelle decisioni di governo sulla gestione pubblica della pandemia, che per quanto politicamente sofferte, ricevono il sostegno della migliore evidenza scientifica, quanto meno quella disponibile in questo momento”: è quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento all’EuroScience Open Forum.

“L’oggettività della scienza non è il risultato dell’assenza di conflitti scientifici e di dubbi, ma l’esito di conflitti, di dubbi risolti e superati attraverso metodi, procedure, argomenti, esperimenti, osservazioni riproducbili da parte di tutti, in ogni parte del mondo. In questo senso – ha sottolineato il premier – la scienza è un’impresa, un’intrapresa intrisencamente democratica, anche nelle discipline virologiche, infettivologiche, epidemiologiche che hanno occupato la ribalta in questo periodo di pandemia, le controversie quindi devono essere assunte come indizi, sintomi essi stessi di razionalità, non il loro contrario”.

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