Riforme, Renzi: è ora dell’elezione diretta del Capo dello Stato o del premier

Alla guida del paese una figura legittimata dal voto popolare

GIU 3, 2020 -

Roma, 3 giu. (askanews) – “Credo sia giunto il momento di prendere il coraggio a due mani, di accettare la sfida e introdurre l’elezione diretta del presidente della repubblica o del presidente del Consiglio dei ministri. Si tratta di modificare la Costituzione per consentire ai cittadini di decidere se, come e quando affidare il destino del proprio paese, esattamente come ogni cinque anni scelgono a chi affidare il destino della propria della città con l’elezione del sindaco”. Lo scrive Matteo Renzi, leader di Italia viva nel suo libro “La mossa del cavallo”, Marsilio, dal 4 giugno nelle librerie.

“Sarebbe come votare un ‘sindaco d’Italia capace di rappresentarci, che si possa apprezzare se funziona o mandare a casa se fallisce. Si tratta dunque di stabilire una relazione tra la guida del governo e il voto popolare – osserva Renzi -. Perpetuare l’assenza di questa relazione vuol dire fare un regalo a chi non crede più alla democrazia liberale, mentre tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle istituzioni devono preoccuparsi oggi di difendere la democrazia che decide”.

“Una Grande Riforma delle istituzioni che porti all’elezione diretta del capo del governo in modo tale da avere alla guida del paese una figura legittimata dal voto popolare e non più da un passaggio parlamentare: se accettiamo che il premier parli ai cittadini con una frequenza costante, che si assuma la responsabilità di derogare a principi costituzionali, il minimo sindacale che dobbiamo alla nostra credibilità è che quel premier sia eletto esattamente come lo è il sindaco – continua il leader di Italia viva -. Certo i costituenti non immaginavano un presidente del Consiglio dei ministri che con un atto a sua firma potesse indicare restrizioni alla libertà di movimento, di culto, alla libertà associativa ed economica. Vogliamo questo modello? Bene, ma inseriamo l’elemento del consenso e del voto democratico”.