Il Pd stoppa Renzi ma incalza il governo

Zingaretti non vuole scossoni, ma chiede un'azione più incisiva

APR 28, 2020 -

Roma, 28 apr. (askanews) – Anche dalle parti Pd la preoccupazione cresce, le ultime mosse del presidente del Consiglio non sono piaciute nemmeno a largo del Nazareno e la ripresa della “guerriglia” da parte di Matteo Renzi allarma i vertici democratici. Nicola Zingaretti stoppa l’offensiva dell’ex premier nei confronti di Giuseppe Conte, esclude che i Dpcm stiano “calpestando la Costituzione” come ha detto il leader di Iv, innanzitutto perché non esistono allo stato alternative possibili a questo governo. Ma nel Pd sono sempre di più quelli che temono di dover pagare il conto delle mosse sbagliate dell’esecutivo.

I malumori serpeggiano da giorni e sono saliti di livello dopo l’ultimo Dpcm. Un parlamentare Pd riassume: “Conte fa decidere agli scienziati. Ma è il presidente del Consiglio che dovrebbe assumersi le responsabilità”. Non convince la cautela del premier nel riaperture tante attività produttive, soprattutto lo stesso Zingaretti non è convinto dell’idea di una tempistica unica per tutta Italia, nel momento in cui la diffusione del contagio è assai diversa da regione a regione e, in particolare, tra nord e il resto del Paese.

C’è poi molta insoddisfazione per la lentezza degli interventi di sostegno a favore di imprese, lavoratori e famiglie e anche grande insofferenza per un governo che procede per Dpcm e decreti blindati con la fiducia. Non a caso Zingaretti ieri ha chiesto di dare “un’anima politica” alla fase due e oggi ha scelto di presentare un “piano per la semplificazione” che dovrebbe finalmente garantire una rapida erogazione di liquidità.

Nel partito, in realtà, si rischia anche una spaccatura interna tra il “Pd di governo” e il resto del partito. Sono in molti i deputati che, nelle chat, si lamentano anche dei ministri Pd, ritenuti spesso poco incisivi. “Il problema – ragiona un altro deputato democratico – è che al governo ci siamo anche noi, gli errori di Conte finiremo per pagarli tutti”.

Quasi nessuno, almeno ufficialmente, parla di mettere in discussione il governo. L’operazione è troppo complicata, al momento. Intanto perché l’ala di Dario Franceschini non accetterebbe un’operazione del genere. Ma, soprattutto, perché allo stato non si vede una maggioranza alternativa a quella attuale e pare assai improbabile che M5s possa digerire il sacrificio di Conte. Né è così semplice immaginare un cambio di maggioranza con Fi che sostituisce eventuali defezioni M5s. Per questo, spiegano, Zingaretti ha voluto oggi fermare l’offensiva renziana.

Ma nel Pd si guarda con più di qualche timore alle mosse del leader di Iv. “Voteremo la fiducia ai provvedimenti economici”, ha detto stasera Renzi. Aggiungendo poi: “Non vogliamo aprire crisi in questo momento così difficile”. Una conferma a ciò che pensano parecchi. E cioè che l’ex premier abbia intenzione di andare all’assalto appena la situazione lo consentirà. Anche per questo il Pd non vuole stare fermo, è difficile prevedere l’evoluzione della situazione, “ma è un dato di fatto – conclude il parlamenare Pd – che il governo in questo momento stia segnando il passo e che noi dobbiamo rendere chiaro a tutti che non condividiamo parecchie cose. Nella speranza di riuscire a correggere l’azione di governo”. Ma anche per non finire travolti se dovesse venire giù tutto.

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