Riforma Mes, fonti diplomatiche: rinvio della firma a febbraio

L'Eurogruppo rinvierà stasera la discussione tecnica a gennaio

DIC 4, 2019 -

Bruxelles, 4 dic. (askanews) – Sulle modifiche al Mes, il Trattato del Fondo salva-Stati dell’Eurozona, l’Eurogruppo di oggi non arriverà a nessuna decisione, ma rinvierà di qualche settimana la definizione di alcuni dettagli tecnici, in modo che il testo della riforma possa essere firmato dai capi di Stato e di governo in una cerimonia probabilmente a febbraio. Lo hanno riferito fonti diplomatiche di un paese dell’Eurozona questa sera a Bruxelles, a margine della riunione, ancora in corso, dell’Eurogruppo, a cui partecipa per l’Italia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

In questo contesto, hanno aggiunto le fonti, al Consiglio europeo/Eurosummit della prossima settimana i capi di Stato e di governo non faranno che prendere atto dello stato del negoziato e dei progressi compiuti, probabilmente dando mandato all’Eurogruppo di continuare la discussione tecnica, per cercare un accordo alla sua prossima riunione di gennaio.

Le fonti hanno precisato che le discussioni tecniche ancora aperte vertono essenzialmente sulle cosiddette “clausole di azione collettiva” (CACs), riguardanti il tipo di maggioranza qualificata necessaria, nella platea dei detentori di titoli di Stato di un paese, nel caso in cui si debba procedere alla ristrutturazione del suo debito sovrano.

Il Mes, nella sua versione attuale, prevede che questa decisione sia presa con un sistema di doppia maggioranza qualificata (“dual limb CACs”): una per l’insieme complessivo dei “bondholder” di qualunque tipo, e un’altra per ciascuna diversa tipologia di titoli di Stato. La riforma sul tavolo prevede invece la soppressione di questa seconda consultazione specifica dei detentori di ogni “tranche” di titoli di Stato, e il passaggio a un sistema a maggioranza qualificata unica (“single limb CACs”), in modo da agevolare le procedure per la ristrutturazione del debito.

Dopo le polemiche degli ultimi giorni in Italia, il governo ha cercato di riaprire la discussione su questo punto, per cercare di tutelare di più le eventuali minoranze nella platea di detentori di titoli di Stato. Tuttavia, le fonti diplomatiche hanno puntualizzato che “non è in discussione il sistema del ‘single limb’, già accettato a giugno da tutti”, compreso l’ex ministro italiano Giovanni Tria, e che “è considerato cruciale da olandesi, tedeschi e anche francesi”

Il principio dunque, secondo le fonti, resterà quello secondo cui le decisioni su eventuali ristrutturazioni vengono prese dai 2/3 dei “bondholder”, e dovranno essere accettate dalle minoranze inferiori a 1/3. In discussione sarebbero invece “le condizioni concrete dell’applicazione” del sistema di consultazione a cui si applicherà la maggioranza qualificata del “single limb”. Comunque, essendo il Mes un trattato internazionale, anche se approvata dai governi la sua riforma dovrà essere ratificata da tutti gli Stati partecipanti. E dunque il Parlamento italiano ha sempre il potere di bocciarla.