Renzi: elezioni folle idea del Pd, per me voto in 2023

"Di Maio faccia il ministro, Di Battista irrilevante"

DIC 4, 2019 -

Roma, 4 dic. (askanews) – Che Italia Viva possa far cadere il governo a marzo “non è un timore del Pd, ma una loro (folle) speranza. Una parte del Pd sogna le urne, invocandola con lo stesso giubilo con cui hanno anticipato le elezioni in Umbria, condannandosi a una clamorosa sconfitta. Fosse per me si voterebbe nel 2023. Ma non l’ha ordinato il dottore di stare tutti insieme. Chi vuole rompere deve solo dirlo”. Lo dice Matteo Renzi, leader di IV, in un’intervista al Messaggero. Quanto al gelo tra Conte e Di Maio, “che i due non si salutino non mi interessa: devono governare il Paese, non andare a cena fuori. La vera domanda non è se sono ancora amici, ma se sono in grado di rappresentare l’Italia”. E alle spinte verso la rottura che nel M5s arrivano da Di Battista, Renzi le liquida così: “Capisco che voglia tornare in Parlamento per sue ovvie esigenze personali e quindi cerchi ogni pretesto per rompere. Ma questo Governo è nato in quanto europeista e dunque Di Battista semplicemente non rileva. Se vogliono andare contro l’Europa, hanno sbagliato alleato: potevano tenersi Salvini”.

Ma Renzi non è pentito di aver dato vita al governo: “Assolutamente no. Abbiamo fatto benissimo a evitare le elezioni: oggi l’Italia è uscita dal radar delle tensioni europee, ha bloccato l’aumento dell’Iva, ha recuperato fiducia. Il problema non è la scelta di ieri, ma le tensioni di oggi”. Ad esempio sull’abolizione della prescrizione, su cui però l’ex premier ribadisce la netta contrarietà: “Noi abbiamo votato contro l’assurdità voluta dai populisti sulla prescrizione. E non abbiamo cambiato idea. Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non ci sarà accordo, voteremo il ddl di Enrico Costa. Bonafede può cambiare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee”.

Bordate anche su Di Maio: “Mi accontenterei che rappresentasse gli italiani partecipando ai vertici internazionali. Il fatto che il Ministro degli Esteri non vada al G20 per riunioni politiche in Italia è gravissimo. Quanto ai parlamentari M5S ci facciano sapere: se vogliono andare al voto, lo dicano. Certo è che dopo la riforma costituzionale per ridurre a 600 i parlamentari adesso devono essere coerenti: si taglino davvero, senza scherzi, i 345 seggi eccedenti. E la pattuglia grillina sarà decimata. Contenti loro, contenti tutti”.

Critiche alla maggioranza anche sulle fondazioni: “È il colmo. Di giorno ci attaccano per la nostra fondazione, che è una delle poche ad avere bilanci pubblici e trasparenza totale. Di notte votano una norma che rinvia l’applicazione della trasparenza alle loro fondazioni, molte decisamente opache. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere”. E sull’inchiesta Open dice: “Non sono preoccupato per Open, sono preoccupato per i cittadini. Questa storia è incredibile. Persone incensurate fanno un versamento a una fondazione che organizza la Leopolda, manifestazione orgogliosamente non di partito, priva di bandiere. Utilizzano, pertanto, le regole delle fondazioni. Improvvisamente i magistrati decidono che quella fondazione è un partito. E pretendono regole diverse. Che è come chiedere a chi sta guidando un motorino se ha la patente del Tir”.

Ma nessun ripensamento sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: “Per me il sistema va bene così. Abbiamo abolito il finanziamento pubblico. Adesso bisogna evitare di criminalizzare quello privato. E vanno estese le forme di trasparenza previste per fondazioni e partite anche a Srl come la Casaleggio visto il ruolo di Davide Casaleggio nella struttura Rousseau”.