Umbria, Meloni: ceffone a Conte, ha detto che umbri non contano

"Al posto suo mi sarei dimessa oggi stesso"

OTT 28, 2019 -

Roma, 28 ott. (askanews) – Al posto di Giuseppe Conte “con il mio carattere, avrei rassegnato le dimissioni ieri stesso”. Lo ha affermato la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervistata da Rtl 102.5, a proposito degli esiti delle elezioni regionali in Umbria.

“Quando tutto il Governo – ha spiegato – che si presenta in chiusura di campagna elettorale in Umbria, sono loro che stanno mettendo la fiducia sul Governo, come se ci fosse bisogno ancora di sapere che gli italiani non vogliono questo Governo. Quando poi arriva un ceffone come quello, democratico, che gli umbri hanno dato al governo non puoi fare finta di niente e trovo scandaloso che Conte si permetta di dire che ‘valgono il 2% della popolazione’. Loro? Loro che hanno fatto il Governo con 60.000 persone che hanno votato sulla piattaforma Rousseau, che poi dobbiamo vedere se sono vere, quelle vanno bene e 700.000 umbri che votano no?”.

Per Meloni, in ogni caso, “più vanno avanti, più rimangono incollati alla poltrona contro la volontà popolare e più quei dati peggioreranno, per cui io suggerisco alla maggioranza di avere un attimo di lucidità e prendere atto che nella vita c’è anche quando perdi. Quando perdi, ti fai da parte, fai misurare qualcun altro, e poi si vede come vanno le cose, è come funziona la democrazia. Purtroppo queste persone hanno un’idea totalmente distorta della democrazia per cui le istituzioni vanno piegate a loro piacimento, ma francamente penso sia scandaloso”.

“Se mi sta chiedendo se presenteremo una mozione di sfiducia al Governo, purtroppo è un tema – ha detto ancora la leader di FdI – che non mi pare sia troppo dirimente perché i numeri in Parlamento li conosciamo, il punto è che i numeri del Parlamento oggi non sono quelli del Paese. Se presentiamo una mozione di sfiducia con questo Parlamento temo che le cose non cambieranno perché è fatto da un sacco di gente che se si va a votare va a casa. Qualcuno mi dirà ‘vede, questa è la democrazia parlamentare’ , io escludo che la democrazia parlamentare significhi che il Palazzo si organizza contro il popolo”.