Coldiretti: in una settimana +220% acquisti Parmigiano in Usa

Dazio passerà da 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari

OTT 11, 2019 -

Cernobbio, 11 ott. (askanews) – Nell’ultima settimana sono più che triplicati (+220%) gli acquisti di Parmigiano Reggiano e Grana Padano negli Stati Uniti con una vera e propria corsa a fare scorte prima che scattino i daMilano, 11 ott. (askanews) – zi voluti dal presidente Donald Trump e autorizzati dal Wto. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio dove è stata apparecchiata la “La tavola degli americani dopo i dazi”.

Dal 4 ottobre, giorno in cui è stata pubblicata la black list dei prodotti colpiti da dazi in Usa, consumatori e ristoratori statunitensi – rivela la Coldiretti – stanno facendo man bassa di formaggio italiano in vista del 18 ottobre, la data nella quale entrerà in vigore un aumento tariffario previsto dal Dipartimento del Commercio statunitense del 25% sul Parmigiano Reggiano e su altre specialità tricolori. Il dazio per il Parmigiano reggiano e per il Grana Padano passerà in particolare – spiega la Coldiretti – dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo.

Il risultato è che ogni camion carico di formaggio costerà fino a 80mila dollari in più secondo l’Associazione statunitense degli importatori di prodotti lattiero caseari, mentre il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che passa dagli attuali circa 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari, con un probabile effetto di contenimento dei consumi.

Oltre al Parmigiano saranno colpiti da dazi Usa – ricorda Coldiretti – esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro con la presenza nella black list di prodotti come Grana Padano, Gorgonzola e altri lattiero caseari ma anche su salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. In cima alla lista delle specialità più colpite, secondo un’analisi Coldiretti su dati Nomisma, ci sono i formaggi, per un valore di oltre 220 milioni di euro seguiti dai liquori con 150 milioni di euro, mentre sono stati “risparmiati” vino, olio extravergine d’oliva e pasta.

Se l’Italia ha così pagato caro in termini di formaggi – sottolinea la Coldiretti – la Francia ha visto colpito principalmente i vini fermi per un valore di quasi 1,2 miliardi di euro, un quinto dell’export agroalimentare transalpino, mentre si sono salvati lo Champagne e le specialità lattiero casearie.

“L’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Al danno si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese si ritrova tra quelli più puniti dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”.