Casellati: la parità di genere in politica è ancora lontana

"Serve rivoluzione culturale"

OTT 11, 2019 -

Torino, 11 ott. (askanews) – “A livello globale, il raggiungimento della piena parità di genere nella leadership politica continua ad essere un traguardo ancora lontano”. Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ha tenuto all’Università di Torino, una lectio magistralis su “Donne e politica” , in occasione del 52mo anno accademico del Centro Pannunzio.

Dopo un excursus storico sul percorso di emancipazione delle donne, Casellati ha evidenziato “come la questione dell’affermazione femminile nelle dinamiche politiche e istituzionali del Paese” si è “dovuta confrontare anche con un avversario sleale e del tutto estraneo alle regole del confronto meritocratico” e cioè il pregiudizio “ancora purtroppo diffuso in alcune aree del nostro Paese e in molti Stati stranieri, che per anni ha considerato la donna in una posizione sociale più debole e più vulnerabile rispetto all’uomo”. “Un pregiudizio – ha rimarcato Casellati – che per molto tempo ha costituito un ostacolo insormontabile all’affermazione e al riconoscimento dei meriti di tante donne di grande valore”.

“Occorre interrogarsi – ha evidenziato Casellati – sul perchè siano stati necessari 70 anni di storia repubblicana, 18 legislature e radicali riforme elettorali per vedere una donna sedere sullo scranno più alto di Palazzo Madama e le donne senatrici passare dalle 4 della prima legislatura alle attuali 113”.

Casellati si è detta “sorpresa nello scoprire che il Paese che conta più donne nel proprio parlamento è il Ruanda, con una percentuale pari al 61,3%, seguito da Cuba e dalla Bolivia. In questa classifica, l’Italia occupa il 30esimo posto con una media attorno al 35%. Prima di noi ci sono la Svezia, la Finlandia, la Francia, la Spagna, la Danimarca, l’Austria e il Belgio, ma troviamo anche il Messico, il Senegal, il Nicaragua, l’Argentina, l’Etiopia, il Burundi e il Mozambico”.

Dati che secondo Casellati indicano “che molto c’è ancora da fare per dare forza, solidità e visibilità all’impegno delle donne nella vita politica italiana”.

“Si tratta di una rivoluzione da attuare non più e non soltanto in termini legislativi quanto piuttosto sul piano culturale”, ha sollecitato Casellati.