In Emilia R. finisce 2 a 2, al centrosinistra brucia sconfitta Ferrara

Dopo 74 anni perde due "roccaforti"

GIU 10, 2019 -

Bologna, 10 giu. (askanews) – Per l’Emilia-Romagna è un due a due. Che sarebbe una parità nel gioco del calcio. Ma considerate le “squadre” in campo e la portata “ideologica” che trascina con sé, il ballottaggio è una sconfitta amara per il centrosinistra che tiene comunque ben strette a sé Reggio Emilia e Cesena (oltre a uno svariato numero di piccoli comuni), ma deve cedere Ferrara e Forlì. E’ il “vento del mare” come lo chiamano qui, o l’ondata della Lega – come spiegano i commentatori politici – che sta invadendo anche la tradizionalmente regione “rossa”.

Si parte da Reggio Emilia, con la conferma del sindaco uscente del centrosinistra, Luca Vecchi, che ha superato con il 63% delle preferenze il rivale del centrodestra Roberto Salati (37%). Durante i festeggiamenti, e la foto di rito con Pierluigi Castagnetti a fianco, Vecchi esulta per il risultato “frutto del buon governo di questi anni e del progetto che guarda al futuro” ma anche della scelta della città “di essere qualcosa di diverso da un’Italia populista e sovranista”.

Scendendo si deve passare da Modena – il capoluogo è stato assegnato al primo turno al sindaco uscente Gian Carlo Muzzarelli (Pd) – dove si è votato in quattro comuni non scontati: il centrosinistra tiene Carpi, Maranello, Castelfranco Emilia ma deve cedere Mirandola, un po’ per le “ferite” ancora aperte del terremoto di sette anni fa, un po’ per l’incendio della sede della polizia municipale – appiccato da un giovane nordafricano a cui era scaduto il permesso di soggiorno – che ha provocato la morte di due donne nel pieno della campagna elettorale.

E’ stata “una sfida storica per Ferrara e per la storia politica Emilia-Romagna” ha detto il neo sindaco Alan Fabbri, già sindaco di Bondeno e attuale consigliere regionale per la Lega Nord, che è passato con il 56,77% dei voti su Aldo Modonesi. Dopo 74 anni, la città di Dario Franceschini passa in mano alla Lega. “Sarò il sindaco di tutti – ha proseguito nel suo primo discorso in municipio, accanto al critico d’arte Vittorio Sgarbi -, ringrazio della fiducia di chi mi ha votato, ma non ci basta: lavoreremo in questi anni per ottenere la fiducia anche di chi non ci ha votato. La svolta c’è stata, da domani lavoreremo per la giunta». (Segue)