##Comunali,M5s vola a Campobasso.Desistenza?Ma a Termoli Pd perde

Gravina al 69% nel capoluogo del Molise. Termoli al centrodestra

GIU 10, 2019 -

Roma, 10 giu. (askanews) – L’unico candidato Cinquestelle al ballottaggio nei capoluoghi di Provincia, Roberto Gravina diventa sindaco a Campobasso con il 69,07% dei consensi. Una vittoria che ribalta tutti i pronostici e che porta di nuovo sotto i riflettori nazionali il capoluogo del Molise dove è andato in scena nei fatti – anche se smentito a livello nazionale sia dal Nazareno che dal Movimento Cinque stelle – il patto di desistenza Pd-M5s. Perchè i voti, il 25,8%, che al primo turno erano andati a Antonio Battista, sindaco uscente ricandidato dal centrosinistra, al ballottaggio si sono con tutta evidenza riversati sull’esponente Cinquestelle.

Grazie a questo Gravina, che al primo turno aveva raccolto il 29,4%, va oltre il raddoppio dei propri voti battendo la candidata leghista Maria Domenica D’Alessandro, data per favorita e avanti al primo turno di dieci punti percentuali con il 39,7%. Secondo alcune ricostruzioni, che nei giorni scorsi hanno fatto infuriare la Lega e che i due partiti protagonisti hanno prontamente smentito, i Dem avrebbero appoggiato Gravina a Campobasso, mentre il candidato Democrat a Termoli, Angelo Sbrocca, sindaco uscente, avrebbe ricevuto il voto dei pentastellati: una manovra a tenaglia per sconfiggere i candidati di centrodestra. Che però è riuscita solo a metà perchè a Termoli ha vinto il centrodestra con Francesco Roberti che ha ottenuto il 60,9% e ha mandato a casa Sbrocca inchiodato al 39%.

“Sono contento perché Campobasso ha bisogno di rinascere come tante città del Sud e del Nord. Non ne faccio un trofeo. Faccio i complimenti a Roberto Gravina. Le città sono un impegno con i cittadini per governare bene” ha commentato il vice premier e capo politico del Movimento cinque stelle Luigi Di Maio. Lo stesso Gravina si è detto caricato di una “responsabilità immensa”: “Abbiamo fatto i tempi supplementari, ora inizia il campionato”, ha aggiunto. Ma certo il dibattito sul ‘modello Campobasso’, soprattutto nel Pd, non finisce qui: per alcuni sarà la prova che il patto di desistenza non c’era, per altri la conferma che con il Movimento cinque stelle non vanno fatti patti.