##In Emilia nei Comuni il Pd regge la prova d’urto con Lega

Vince a Modena. E va al ballottaggio a Reggio Emilia, Forlì e Ferrara

MAG 27, 2019 -

Bologna, 27 mag. (askanews) – Il ribaltone c’è stato, perché lungo la via Emilia si era abituati a contare i risultati delle Lega Nord sulle dita di una mano, come nel 2014 quando per le europee si era colorato di verde solo il 5% della regione. Matteo Salvini a cinque anni di distanza ha portato il partito al 33,7% nella ex regione “rossa”, sfondando anche quota 40% in alcuni comuni del ferrarese. Ma nei comuni in cui si è votato per cambiare il sindaco gli “argini” del centrosinistra hanno (al momento) tenuto.

Con il candidato del Pd e di altre 4 liste del centrosinistra, Gian Carlo Muzzarelli, a Modena è arrivato il primo “stop” al Carroccio: 53,6% per il dem e solo il 31,6% per Stefano Prampolini, il commercialista sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e una lista civica. A Carpi l’attuale sindaco Alberto Bellelli, nonostante le polemiche per gli scandali degli ultimi mesi che hanno coinvolto alcuni componenti della sua giunta, è riuscito con il 48,5% a tenere a freno la candidata di Lega e Fi, Federica Boccaletti che si ferma a quota 27% e prenota un biglietto per il ballottaggio. Sempre nel modenese, a Formigine, Maria Costi si è aggiudicata il secondo mandato da sindaco col 60% delle preferenze. Poco più in là, a Maranello, Luigi Zironi (centrosinistra) è costretto al ballottaggio per una manciata di voti.

Risalendo lungo la Statale 9, a poche decine di chilometri dalla terra della Ferrari, il tornado-Lega ha sparigliato le carte e obbligato al ballottaggio l’attuale sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi (Pd) che porta a casa un 49% scarso di preferenze, tallonato dal candidato del centrodestra Roberto Salati (28,5%). Si deve accontentare di un 14% la candidata Cinquestelle, Rossella Ognibene, che – ringraziando gli elettori – anticipa le domande dei cronisti: “come già detto sin da febbraio, come è prassi del Movimento 5 stelle non daremo alcuna indicazione di voto” al ballottaggio del 9 giugno.

Scendendo in Romagna, è costretto al ballottaggio anche il Comune di Forlì dove Giorgio Calderoni civico del centrosinistra (37%) ha subito un primo colpo basso da Gian Luca Zattini (45,7%) sostenuto dal centrodestra. Il paese natale di Benito Mussolini, storico feudo del centrosinistra, è passato al centrodestra: il nuovo sindaco di Predappio è il civico Roberto Canali sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che ha ottenuto il 60,1% dei voti, contro il 39,9 di Gianni Flamigni, esponente di “Generazioni Predappio”.

Più delicata – per l’alta percentuale di casi di cronaca nera, in cui sono rimasti coinvolti cittadini stranieri – la vicenda a Ferrara, dove Salvini ha candidato il primo sindaco leghista dell’Emilia-Romagna Alan Fabbri, che nel 2009 ha estromesso il comune di Bondeno; ora consigliere regionale, Fabbri (che a Salvini avrebbe preferito Tosi come leader del partito) porta a casa il 48,55% contro il 31,5% delle preferenze del dem Aldo Modonesi, che se la giocheranno il 9 giugno, certamente senza l’appoggio del M5s che con Tommaso Mantovani non è andato oltre il 6,8%.

Ballottaggi a parte, questa tornata elettorale servirà al Pd per “scaldare” i motori in vista del prossimo appuntamento elettorale, quando si dovrà rinnovare l’assemblea e la giunta di Stefano Bonaccini in viale Aldo Moro a Bologna. “Non è il caso di sottovalutare nulla perché la Lega ha vinto anche qua e questo va riconosciuto, ma non dobbiamo nemmeno drammatizzare troppo – ha commentato il segretario del Pd Emilia-Romagna, Paolo Calvano -. Bonaccini ha fatto un lavoro importante e la sua candidatura è un valore aggiunto fondamentale. Il Pd ora gli deve dare una mano e mettersi a disposizione per costruire un progetto e una coalizione aperta, competitiva e vincente. Proprio le amministrative di oggi certificano infatti che gli emiliano-romagnoli, prima di ogni altra valutazione politica, apprezzano e premiano il buon governo e la concretezza”.