Siria, Sandrini ai pm: mai perso speranza né minacciato di morte

Mi ha salvato l'attività fisica e la disciplina che mi sono dato

MAG 22, 2019 -

Milano, 22 mag. (askanews) – “Non ho mai perso la speranza di tornare libero. Sono stato trattato abbastanza bene, mai minacciato di morte: mi ha salvato l’attività fisica che riuscivo a fare e la disciplina che mi sono dato”. Lo ha detto agli inquirenti Alessandro Sandrini, l’italiano liberato oggi in Siria dopo tre anni di prigionia. I magistrati della Procura di Roma indagano per sequestro di persona per finalità di terrorismo.

Sandrini, nella serata, in circa due ore ha ricostruito la sua storia negli ultimi mesi. “Sono partito dall’Italia il 3 ottobre del 2016 per una vacanza nell’area sud della Turchia. Il giorno dopo il mio arrivo, mentre mi trovavo nella città di Adana, sono stato bloccato in strada e narcotizzato, mi sono svegliato dopo alcune ore in una stanza con due carcerieri incappucciati e armati”.

Sandrini potrebbe essere stato venduto da un gruppo di criminali locali alle milizie jihadiste attive nella zona di Aleppo. “In questi anni ho cambiato tre prigioni – ha spiegato – tutte nella zona nord della Siria, non lontani da Aleppo. Il periodo più difficile è stato quello iniziale, mi davano da mangiare poca roba e di pessima qualità. Dopo tre mesi sono riuscito ad ottenere carta e penna per potere scrivere e i carcerieri mi hanno concesso di potere fare ginnastica anche se i luoghi dove ero tenuto erano angusti”.