Decreto crescita, in bilico i rimborsi per i risparmiatori truffati

Governo al lavoro per trovare l'intesa. Scontro su due posizioni

APR 4, 2019 -

Roma, 4 apr. (askanews) – Il Consiglio dei ministri dovrà licenziare il dl crescita con misure per stimolare l’economia, ma in particolare dovrà sciogliere il nodo sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche su cui è altissima la tensione all’interno del governo. La riunione era attesa per le 16 e non è ancora iniziata, non è escluso che sia in corso un chiarimento sulla questione fra il premier Giuseppe Conte e i ministri Tria e Di Maio. Salvini sarà assente perché impegnato a Parigi al G7 dei ministri dell’Interno.

Si è arrivati al Cdm senza un accordo fra le diverse anime dell’esecutivo né sulle modifiche alla norma della legge di bilancio né sulle impostazioni degli attesi decreti attuativi che una volta partoriti consentiranno di ripagare i risparmiatori ingannati dagli istituti di credito.

L’esito della riunione non è scontato. Al momento sono due le posizioni. Da un lato quella del ministro Tria che vorrebbe inserire nel dl crescita le correzioni alla legge di bilancio indicando la Consap come ente erogatore per tutelare i funzionari del Mef da eventuali rischi di accusa di danno erariale dalla Corte dei Conti e solo successivamente emanare i decreti attuativi. Su questa norma, tuttavia, sarebbero sorti dubbi anche da parte dello stesso Tria, che complicherebbero una vicenda già di per sé molto aggrovigliata.

Per quanto riguarda i decreti attuativi, per Tria, in linea con quanto chiesto dalla Ue, non dovrebbero prevedere rimborsi a pioggia ma contenere tetti di reddito e patrimonio su cui il Mef avrebbe anche fornito soluzione diverse. Una ipotesi sul tavolo stabilirebbe indennizzi in via diretta (senza fare accertamenti) per i risparmitori con un Isee fino a 35mila euro o un patrimonio mobiliare non superiore a 100mila euro. Per gli altri risparmiatori sarebbe necessario un accertamento caso per caso, e i rimborsi potranno quindi spettare come non spettare.

La seconda posizione emersa nel governo è quella dei pentastellati nettamente contrari al doppio binario. Il M5S punta infatti al binario unico per tutti. Questo però rischia fortemente di scadere nei rimborsi a pioggia ed essere bloccato dalla Ue con la conseguenza di stoppare i rimborsi per tutti. Un segnale se vogliamo anche peggiore per l’elettorato 5S in vista delle prossime europee.

L’esecutivo è quindi chiamato a trovare la quadra nella riunione dei ministri di oggi, ma considerando le distanze che ancora ci sono, l’esito è tutt’altro che scontato.

Gab.int4