Martina: governo e Regione tutelino lavoratori Sematic Bergamo

"Delocalizza in Ungheria, non tuteliamo nostri interessi in Ue"

APR 2, 2019 -

Roma, 2 apr. (askanews) – “60 lavoratori della Sematic di Osio Sotto, in provincia di Bergamo, rischiano di perdere il posto di lavoro a seguito della decisione dell’azienda di trasferire parte della produzione in Ungheria ed oggi le ‘Rappresentanze sindacali unitarie’ hanno indetto uno sciopero per tutta la giornata”. Così Maurizio Martina in un post su Facebook. “Insieme alla deputata Carnevali – prosegue Martina – chiediamo alla Regione e al Governo di farsi parte attiva verso l’azienda per scongiurare questa scelta, considerando anche che in questi anni ha avuto bilanci più che positivi”.

“Il problema – aggiunge – purtroppo non è nuovo e si ripropone sempre più spesso e la questione delle delocalizzazioni dentro lo spazio europeo è diventata in questi anni un tema spinoso e cruciale che deve essere affrontato con strumenti nuovi. Il Parlamento Europeo ha votato due rapporti per armonizzare la tassazione delle aziende ma le proposte sono state fermate in Consiglio europeo, dove purtroppo in questi mesi il vicepremier Di Maio, Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, si è presentato una sola volta e dove il ministro Tria ha saltato la metà delle riunioni all’Ecofin; a riprova che la difesa degli interessi italiani in quelle sedi si è drammaticamente indebolita in questo periodo. Gli europarlamentari del PD, su iniziativa del deputato Daniele Viotti, hanno anche avanzato una proposta di risoluzione sulla concorrenza sleale tra Stati e sul dumping fiscale e sociale, concordata originariamente con tutti i gruppi, ma non è mai andata in aula perché il Partito Popolare Europeo si è opposto non trovando al proprio interno una condivisione. I sovranisti predicano bene quando si usano gli slogan ma al dunque non sono in grado di avanzare proposte unitarie operative capaci di proteggere davvero i lavoratori dentro l’unico spazio di futuro possibile che per noi che continua a chiamarsi Europa”.

“Occorrerà – conclude Martina – su questo nelle prossime settimane sviluppare una iniziativa di proposta concreta e realistica, per contrastare i fenomeni di dumping fiscale e sociale ovunque in europa garantendo sempre meglio parità di condizioni a tutela prima di tutto dei lavoratori coinvolti”.